Lunedì 18 Novembre 2024

Via a camminate 'io non sono il mio tumore' su diritto all'oblio

Immagine di archivio - © ANSA

Un percorso di 2,5 e 5 km tra lungomare e centro città per richiedere una legge per il Diritto all'oblio oncologico: si terrà sabato 3 settembre a Pescara la prima marcia di sensibilizzazione della campagna "Io non sono il mio tumore", lanciata a gennaio da Fondazione AIOM (Associazione italiana di oncologia medica) con una raccolta firme. In pochi mesi le adesioni alla petizione sul sito dirittoallobliotumori.org sono state decine di migliaia: una volta raggiunte le 100mila, saranno consegnate ai Presidenti Draghi e Mattarella per richiedere una maggiore tutela degli ex malati oncologici.
    Si tratta di oltre un milione di persone che, nonostante siano guarite, si trovano a vivere difficoltà nella vita di tutti i giorni. Sono infatti numerose, afferma Aiom, le "discriminazioni nell'accesso a servizi come la stipula di assicurazioni e di mutui, l'adozione di un figlio e l'assunzione sul lavoro". La norma permetterebbe all'Italia di seguire l'esempio virtuoso di altri Paesi europei (Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda e Portogallo), che già tutelano i propri cittadini con una legge dedicata. "I risultati della campagna fino a ora sono stati straordinari - sottolinea Giordano Beretta, presidente di Fondazione AIOM e nuovo Direttore della UOC di Oncologia Medica dell'Ospedale Santo Spirito di Pescara -. In pochi mesi abbiamo raggiunto più di 75mila firme.
    L'obiettivo 100mila è sempre più vicino. Sono 3,6 milioni le persone che, in Italia, vivono con una diagnosi di cancro. Il 27% di loro, circa un milione, è guarito: dobbiamo mobilitarci per loro". "Siamo felici di ospitare il primo evento di una campagna così importante", dichiara il sindaco di Pescara Carlo Masci. "Oggi più che mai è fondamentale dedicarsi alla qualità della vita post-malattia - dichiara Saverio Cinieri, presidente AIOM -. Grazie all'innovazione, all'impegno dei ricercatori e al lavoro dei clinici, infatti, oggi sono moltissime le neoplasie che possono essere curate o cronicizzate, con un importante incremento del numero di persone che vivono dopo una diagnosi.
    Dopo un determinato numero di anni, dipendente dal tipo di tumore, i pazienti sono ritenuti guariti a livello clinico.
    Quello che chiediamo è che si ponga un limite temporale oltre il quale questo possa avvenire anche per la burocrazia, come già succede in diversi Paesi europei". 

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