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Infarto e ictus,1 grammo di sale in meno al dì riduce rischi

(ANSA) - ROMA, 26 AGO - In Italia il consumo giornaliero di sale è quasi il doppio rispetto a quello raccomandato dalle linee guida della Società Europea di Cardiologia: in media 9,5 grammi al giorno rispetto ai 5 grammi consigliati. "Ma basta anche un solo grammo di sale in meno al dì per trarre grandi benefici e salvaguardare la salute del cuore". A dirlo è Ciro Indolfi, presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC), in occasione dell'apertura del congresso della Società Europea di Cardiologia, a Barcellona.
    Dallo studio pubblicato sul BMJ Nutrition Prevention & Health e condotto in Cina dalla Queen Mary University of London, è emerso che che riducendo l'assunzione di sale di un solo grammo al giorno si possono abbassare i livelli della pressione arteriosa sistolica in media di circa 1,2 mmHg. Non solo: secondo i ricercatori, qualora questa riduzione fosse mantenuta, entro il 2030 in Cina, dove il consumo medio di sodio è 11 grammi, si potrebbero evitare circa 9 milioni di ictus e infarti, 4 milioni dei quali risulterebbero fatali. Continuando fino al 2040, poi, si potrebbero evitare fino a 13 i milioni di casi di infarto e ictus.
    Gli studiosi hanno calcolato inoltre che, se si raggiungesse l'obiettivo dell'OMS di abbassare il consumo di sale di 3,2 grammi al giorno entro il 2025, si preverrebbero circa 14 milioni di casi di ictus e malattie cardiache.
    "Il sale - spiega Indolfi - è una parte importante della nostra dieta. Questo minerale si trova naturalmente in alcuni alimenti e in grandi quantità nei cibi trasformati. La sua assunzione aiuta a bilanciare i livelli di liquidi nel corpo, ma l'organismo ne richiede appena una piccola quantità per condurre gli impulsi nervosi, contrarre e rilassare i muscoli e mantenere il corretto equilibrio di acqua e minerali". L'eccessivo consumo, in generale, è associato all'ipertensione e all'aumento dei fattori di rischio cardiovascolari che a loro volta portano ad aterosclerosi, malattie cardiache e ictus. E conclude: "anche in Italia una piccola riduzione del sale consentirebbe grandi benefici, tenuto conto che nel nostro Paese le malattie cardiache continuano ad essere la principale causa di morte con 240mila decessi ogni anno". (ANSA).
   

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