MILANO (ITALPRESS) - In Europa nel 2020 più di mezzo milione di persone ha avuto una diagnosi di tumore al colon. Il tumore al colon retto inoltre costituisce la causa del 9% di morti oncologiche, mentre il tasso di sopravvivenza a 5 anni si attesta a circa il 15% dei pazienti che vanno incontro a metastasi. Intervistato dall'agenzia di stampa Italpress, Giovanni Crisafulli, ricercatore dell'Ifom di Milano e autore di una ricerca sul tumore al colon-retto, ha sottolineato l'importanza di "continuare ad investire nella ricerca e nelle nuove terapie per migliorare la vita dei pazienti". "Abbiamo appena pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica internazionale una ricerca in cui abbiamo selezionato i pazienti che possono essere trattati con l'immunoterapia - spiega Crisafulli -. Attualmente, per molte persone con diagnosi di tumore metastatico, l'immunoterapia rappresenta la strategia terapeutica più vantaggiosa per prolungare le aspettative di vita. Tuttavia solo pochi pazienti possono oggi avvantaggiarsene, poichè oltre il 90% dei tumori al colon sono insensibili. Il nostro scopo è stato quello di trovare un modo per rendere sensibile all'immunoterapia questo 90% di pazienti finora resistenti a questo trattamento. L'idea è stata quella di incrementare il numero di mutazioni, in modo da far identificare al sistema immunitario il tumore e poi selezionarlo e successivamente trattarlo con l'immunoterapia e determinare quindi una risposta". "Con il nostro studio abbiamo dimostrato che è possibile fare questo trattamento - dice ancora il ricercatore -: abbiamo avuto una paziente che ha avuto una stabilizzazione del suo tumore per più di due anni. Lo studio è ancora in corso, ma la cosa interessante è che questo caso di successo ci ha permesso di dimostrare che possiamo ampliare la platea dei pazienti che possono essere trattati con l'immunoterapia. Inoltre abbiamo identificato le firme mutazionali che ci permettono di capire se il trattamento ha avuto effetto". La sperimentazione clinica è ancora in corso, ma le premesse sono veramente buone. Grazie a questa ricerca finanziata da un finanziamento della Fondazione Airc si potrà sperare in futuro di ampliare la platea di pazienti che potranno ricevere una terapia adatta alle caratteristiche genetiche del proprio tumore, monitorando tramite le firme mutazionali l'effetto dei farmaci. "La sperimentazione clinica è ancora in corso ma i risultati sono incoraggianti e dimostrano che un approccio interdisciplinare basato su una stretta collaborazione fra clinici e ricercatori, basate su un approccio diagnostico-terapeutico inedito può permetterci di raggiungere grandi risultati" conclude Crisafulli.(ITALPRESS).
Photo credits: Italpress