(ANSA) - PERUGIA, 25 LUG - Anche tra i medici che lavorano in Umbria sta emergendo una situazione di "grave sofferenza legata a carichi di lavoro sempre maggiori, stress e periodi di operatività sempre più prolungati, con a volte anche le ferie a rischio". A denunciare la situazione è Lucio Patoia, presidente in Umbria della Fadoi, la Federazione dei dirigenti ospedalieri di medicina interna, nonché direttore delle struttura complessa di Medicina interna all'ospedale di Foligno. Patoia con l'ANSA, torna sul caso morto in Puglia dopo 24 ore di lavoro.
"Siamo in un periodo di notevole difficoltà - afferma Patoia - per tutti gli ospedali italiani, in particolare per i reparti di medicina interna, quelli dedicati alle urgenze e per le Rsa. Sui quali gravano la maggior parte dei ricoveri: su dieci persone che si rivolgono ai pronto soccorso sette o otto hanno acuzie di competenza di area medica, su cui gravano quindi i maggiori carichi di lavoro, e il restante due-tre necessitano di ricoveri in area chirurgica".
Patoia parla di una "carenza di medici cronica già prima del Covid con la pandemia che ha dato il colpo finale". "Il contratto - sottolinea il presidente di Fadoi Umbria - prevede 38 ore di lavoro settimanali ma si va sistematicamente oltre nell'interesse dei pazienti e dei loro familiari. Ci sono colleghi con centinaia di ore di esubero accumulate che significano riposi non fatti".
"La gente - sottolinea Patoia - deve almeno sapere e essere consapevole che questi problemi esistono. Come se ne esce? Facendo più assunzioni possibili e destinando alla sanità quante più risorse possibili". (ANSA).
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