Il timore di rischi per la salute e le lacune informative sono tra i principali motivi dell'esitazione vaccinale, ovvero il ritardo nell'accettazione o il rifiuto dei vaccini, che continua ad avere un impatto importante sulle coperture. Eppure, tra gli esitanti, uno su due si dice aperto a rivalutare le proprie scelte. E' quanto emerge dall'indagine sul livello di fiducia degli italiani nei confronti dei vaccini, realizzata da The European House - Ambrosetti e dal Centro Interdipartimentale per l'Etica e l'Integrità nella Ricerca del CNR, presentata oggi a Roma, in un evento realizzato con il contributo non condizionante di Pfizer. I vaccini sono indispensabili per la prevenzione di molte malattie e ogni anno prevengono tra i 2 e i 3 milioni di decessi in tutto il mondo. Ma, tra i duemila italiani intervistati per l'indagine, l'83% dichiara di conoscere persone che esitano o rifiutano di vaccinarsi. Se il 26% esita o rifiuta tutti i vaccini in generale, il 57% lo fa solo in riferimento al vaccino anti Covid-19. La survey, afferma Daniela Bianco, partner e responsabile dell'Area Healthcare di The European House - Ambrosetti, "fornisce alcune indicazioni importanti su cui agire. In particolare è rilevante sapere che il 50% tra coloro che si dicono esitanti o contrari ad alcune vaccinazioni come quella anti-pneumococcica, anti-herpes-zoster e anti-papilloma virus, si dichiara disponibile a saperne di più prima di poter decidere. Emerge quindi la necessità di aumentare gli sforzi nella comunicazione per incrementare conoscenza". "I freni alla vaccinazione sono essenzialmente dubbi su come sono state condotte le sperimentazioni e incertezza sull'efficacia - ha detto Andrea Grignolio, responsabile del Vaccine Hesitancy Forum del Centro per l'Etica e l'Integrità nella Ricerca del CNR -. Un maggior dialogo con il medico e il farmacista, una comunicazione chiara e trasparente dalle istituzioni, viene ampiamente richiesta e rappresenta un elemento chiave su cui si può agire".
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