(ANSA) - ROMA, 13 GIU - Circa un terzo delle persone che soffre di emicrania è vittima di stigma associato alla malattia, sentendosi accusato di esagerare l'impatto dei sintomi o di strumentalizzarli per secondi fini. È quanto emerge da uno studio coordinato da ricercatori dell'University of Vermont di Burlington, in Usa, e presentato durante il congresso scientifico dell'American Headache Society in corso fino a ieri a Denver.
La ricerca ha preso in considerazione 59mila persone, prevalentemente donne, intervistate via web tra il 2018 e il 2020. Il 31,7% dichiarava di essere vittima di stigma spesso o molto spesso. Le due forme più comuni di stigma erano il sentirsi dire che l'emicrania non sia un problema molto gravoso (29,1%) e l'essere accusati di sfruttare l'emicrania per secondi fini (14,8%), per esempio per assentarsi dal lavoro o per sottrarsi alle proprie responsabilità.
Lo studio ha mostrato che questo atteggiamento nei confronti dei malati tendeva a peggiorare l'impatto della malattia: durante i giorni in cui soffrivano di attacchi di emicrania, i pazienti che più frequentemente erano vittime di stigma percepivano una maggiore disabilità associata alla malattia, una maggiore preoccupazione per gli attacchi e una diminuzione della qualità di vita.
Sulla base di questi dati, secondo i ricercatori contrastare lo stigma potrebbe avere ricadute di rilievo sul benessere dei pazienti: "gli sforzi clinici e di salute pubblica per ridurre lo stigma potrebbero ridurre il carico dell'emicrania anche senza avere effetti sulla frequenza dei giorni mensili di mal di testa", scrivono. (ANSA).