(ANSA) - BARI, 18 MAG - Un nuovo farmaco biologico somministrato a determinati pazienti con le tecniche della medicina di precisione potrebbe dare nuova speranza nella comprensione e nella cura del colangiocarcinoma intraepatico (ICCA). E' l'esito di uno studio dei ricercatori dell'Istituto Nazionale di Gastroenterologia Saverio de Bellis di Castellana Grotte (Bari) su un tumore raro e altamente maligno, a prognosi sfavorevole, orfano di una terapia medica efficace. L'unica possibilità terapeutica oggi è rappresentata dalla chirurgia limitata alla precocità della diagnosi, ma con una efficacia tuttora insoddisfacente per le possibili recidive. Nuove speranze derivano dall'approccio basato sulla medicina di precisione che ha proposto l'impiego di nuovi farmaci biologici diretti contro specifici bersagli (mutazione dei geni IDH1 e FGFR2) utilizzabili nei pazienti con appropriate caratteristiche molecolari. Lo studio dei ricercatori baresi è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Journal Experimental Clinical Cancer Research.
"Il nostro studio - spiega il direttore scientifico dell'Irccs Gianluigi Giannelli - dimostra che la via del segnale NOTCH stimola le cellule del CCA a esprimere sulla loro superficie il recettore CD90. Inoltre, i pazienti con CCA intraepatico che esprime CD90 hanno una prognosi peggiore. Tuttavia, proprio questi sono i tumori che maggiormente traggono beneficio da una terapia con Crenigacestat, un farmaco che blocca la via del segnale NOTCH". Il farmaco è attualmente in fase di sperimentazione clinica in diverse neoplasie solide e liquide e l'Irccs di Castellaneta è l'unica sede in Puglia dove poter eseguire sperimentazioni cliniche di fase 1. (ANSA).
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