(ANSA) - ROMA, 17 MAG - Potenziamento di centri multiprofessionali, integrazione con la medicina generale e telemedicina per un'assistenza di prossimità: queste le direttrici individuate dall'Associazione Medici Diabetologi (AMD) e dalla Società Italiana di Diabetologia (SID) ed esposte oggi in audizione di fronte alla XII Commissione 'Igiene e Sanità' del Senato, convocata su iniziativa della Presidente, la senatrice Annamaria Parente. È sulla base di questi obiettivi che, secondo le società scientifiche rappresentative della diabetologia italiana, è necessario incardinare il nuovo modello di gestione del diabete all'interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Questo il primo passo del percorso intrapreso dall'Associazione Medici Diabetologi (AMD) e dalla Società Italiana di Diabetologia (SID) che, alla luce delle opportunità e degli indirizzi offerti dal PNRR, aspirano a lavorare in sinergia con le istituzioni per promuovere un modello funzionale e condiviso di gestione del diabete, malattia cronica ad altissima prevalenza e impatto sociale, e migliorare la qualità di cura e di vita dei pazienti. Il diabete colpisce quasi il 6% della popolazione italiana, generando costi pari a 9,93 miliardi di euro all'anno per il SSN. A tal fine, le società scientifiche hanno prodotto un position paper in 7 punti nel quale hanno raccolto i propri auspici per l'assistenza diabetologica che sortirà dall'impiego delle risorse del PNRR.
Le prime linee d'intervento riguardano la razionalizzazione della rete diabetologica che necessita di un potenziamento e una ottimizzazione dei centri multi-professionali ospedalieri o territoriali, articolando 350-400 centri ciascuno dei quali possa assistere 15mila persone.
Le seconde linee d'intervento sottolineano l'importanza dell'integrazione - a più livelli - dei professionisti sanitari, delle strutture sanitarie e dell'implementazione della telemedicina, per una vera assistenza di prossimità in grado di portare l'assistenza al malato cronico fuori dall'ospedale trasferendo così la cura il più vicino possibile al paziente. (ANSA).