(ANSA) - ROMA, 06 MAG - Come si fa ricerca clinica? Cosa significa "essere arruolati"? Non tutti i pazienti italiani lo sanno. Una mancanza di conoscenza che può rappresentare anche un ostacolo all'accettazione di una cura che potrebbe invece cambiare il decorso della malattia. Basti pensare che meno del 5% dei pazienti in Italia viene arruolato in studi clinici. Per aiutare il paziente a capire il proprio percorso terapeutico e l'importanza della ricerca clinici, Ropi (Rete Oncologica Pazienti Italia) lancia un vademecum in 6 punti, messo a disposizione sui propri profili social.
Il vademecum è stato presentato in occasione del Convegno 'La ricerca Clinica in oncologia spiegata ai pazienti', oggi a Roma "La ricerca clinica in oncologia - ha spiegato, la presidente di Ropi e direttore del dipartimento oncologico dell'Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, Stefania Gori - ha permesso di raggiungere i traguardi attuali nella diagnosi e nella terapia delle malattie oncologiche. Proprio per questo i pazienti devono sapere cos'è la ricerca clinica e cosa significa 'essere arruolati' in uno studio clinico che vuole valutare l'attività e l'efficacia di un nuovo farmaco antitumorale: significa avere altre opportunità terapeutiche, che non devono essere sottovalutate".
"Non c'è scienza senza ricerca e questa è preziosissima in medicina", ha ribadito Michela Cinquini, ricercatore presso il Laboratorio di Metodologia delle revisioni sistemiche e produzione di Linee Guida, Dipartimento di Oncologia, Istituto Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano.
Nel vademecum, illustrato da Gabriele Minuti, direttore Unità di Oncologia Medica 2 dell'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, si chiarisce in particolare quali sono le fasi della ricerca, cosa è un protocollo di ricerca, cosa si intende per consenso informato, cosa significa "oncologia di precisione"; cosa vuol dire "arruolamento" in uno studio clinico, perché è importante il coinvolgimento del paziente.
Queste, in dettaglio, le risposte fornite nel vademecum: 1 - Le fasi della ricerca: quali sono? "La ricerca in oncologia si basa su una fase pre-clinica, che si svolge in laboratorio o su modelli animali, ed una fase clinica con una sperimentazione (che è sicura!) sui pazienti. La sperimentazione clinica si articola in varie fasi (dalla 1 alla 3) che servono a verificare la tollerabilità di una terapia, la sua efficacia ma anche a confrontarla con le terapie standard (normalmente impiegate) di trattamento per valutare quale sia la migliore".
2 - Un protocollo di ricerca: che cos'è? "Il protocollo di ricerca di uno studio sperimentale descrive le caratteristiche delle persone che possono entrare a far parte di quello studio specifico, oltre al programma di trattamento, la logistica, gli esami necessari, i dettagli sulla cura e la durata dello studio".
3 - Consenso informato: che cosa si intende? "È un documento che viene firmato dal paziente che certifica la disponibilità a partecipare a una determinata sperimentazione clinica dopo essere stato informato di tutti gli aspetti della sperimentazione clinica, benefici e effetti collaterali compresi, cosicché possa prendere la sua decisone responsabilmente e con consapevolezza".
4 - 'Oncologia di precisione': cosa significa? "Indica la possibilità di impiegare trattamenti a bersaglio (biologici o immunoterapici) molecolare che puntano cioè a colpire il lato debole della malattia, ad esempio specifiche alterazioni genetiche o molecolari, che sono responsabili dello sviluppo e della crescita di un tumore".
5 - 'Arruolamento' in uno studio clinico: che cosa vuol dire? "Un paziente che ha firmato il consenso informato allo studio specifico e che ha le caratteristiche necessarie per parteciparvi (non presenta cioè criteri di esclusione) - chiarisce Minuti - può essere 'arruolato', quindi può entrare nello studio (parte attiva) ed iniziare la terapia all'interno del programma sperimentale, secondo le caratteristiche previste del protocollo di ricerca (a singolo braccio per studi di fase I e II o in maniera randomizzata tra terapia standard o terapia sperimentale in studi di fase IIb-III)".
6 - Il coinvolgimento del paziente: perché è importante? "È fondamentale che i pazienti conoscano le tappe e cosa significa la ricerca clinica, ma anche termini specifici come 'essere arruolati'. Tutto questo non significa solo più informazioni per il paziente, ma anche maggiore consapevolezza delle tante opportunità terapeutiche, oggi disponibili e che non devono essere sottovalutate". (ANSA).
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