I tatuaggi sono amati e per alcuni rappresentano un modo di esprimersi importante e irrinunciabile. C'è addirittura chi, come l'inglese Chris Woodehead, tatuatore, è diventato famoso per essersi fatto un tatuaggio per ogni giorno di lockdown da affrontare durante l'emergenza legata al coronavirus. Accanto a problemi noti, come il fatto che il disegno possa sbiadirsi col tempo oppure che impresso vi sia il nome di un ex da dimenticare, un risvolto negativo meno noto di questa pratica è legato invece al fatto che compromette anche il modo in cui sudiamo, causando potenzialmente il surriscaldamento del corpo se i tatuaggi coprono una vasta area. Lo rileva una ricerca della Southern Methodist University, pubblicata sul Journal of Applied Physiology.
I ricercatori hanno delineato la connessione tra tatuaggi e danni alle ghiandole sudoripare, studiando sulle braccia pelle tatuata e non,con un test teso a far aumentare la temperatura corporea. Hanno scoperto che le sezioni di pelle tatuate avevano tassi di sudorazione ridotti e spiegano che questo "è un potenziale problema perché la sudorazione è il modo in cui il corpo si raffredda e regola la sua temperatura". I risultati suggeriscono che anche se i segnali nervosi diretti alle ghiandole sudoripare non risultano influenzati dalla pelle tatuata, ma le ghiandole sudoripare vengono probabilmente danneggiate durante il tatuaggio.I tatuaggi sono resi permanenti iniettando inchiostro attraverso il sottile strato di pelle esterna nello strato intermedio della pelle noto come derma, che contiene tessuto connettivo, follicoli piliferi e appunto le ghiandole sudoripare. L'applicazione di un tatuaggio richiede in genere di perforare la pelle con aghi da 50 a 3.000 volte al minuto, a una profondità di 1-5 millimetri, il che potrebbe causare danni alle ghiandole sudoripare stesse. (ANSA).