In cura allo Ieo di Milano per un tumore ha realizzato un calendario con le sue foto nelle quali sorride per lanciare "un messaggio di speranza e di solidarietà concreta per la ricerca": lei è Silvana Benigno, 48 anni, originaria della Sicilia ma da 20 anni a San Giustino Umbro dove vive con il marito Fabrizio e la figlia. Il ricavato della vendita, anche sulla sua pagina Facebook, andrà alla Fondazione dell'istituto lombardo.
"Alla faccia del cancro, la mia sfida con il sorriso" il titolo del calendario presentato in municipio a Città di Castello. "Ci sono mie foto, tutte sorridenti - ha detto Benigno - positive, anche dal letto dell'ospedale sotto terapia, e con Papa Francesco. Con mia figlia, mio marito, una sorella, con le amiche. Non voglio stare a guardare e spero davvero di avviare un percorso positivo in tutti i sensi".
"Silvana Benigno è un esempio e la Regione Umbria la sosterrà, come simbolo di coraggio e di speranza" ha detto l'assessore regionale Luca Barberini.
Con il patrocinio dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, il calendario sarà in vendita il 10 dicembre nel corso dell'Albero del volontariato di Città di Castello e attraverso la pagina Facebook di Silvana Benigno.
"Anche in questi mesi vengo sottoposta, settimanalmente, a chemioterapia" ha raccontato Silvana Benigno, secondo quanto riferisce il Comune di Città di Castello in una nota.
"Nonostante lo choc che ho avuto, soprattutto nei primi mesi - ha aggiunto - prima nell'apprendere a quanto andavo incontro, poi nella consapevolezza che sarebbe stata una lunga battaglia, ho comunque affrontato la malattia, la mia malattia, con lo spirito che, credo, sia quello giusto, innanzitutto col sorriso, poi quella determinazione utile per superare tutto. Ed è per questo che, insieme a mio marito, ho voluto portare avanti questa iniziativa. Ogni mese ha un significato ben preciso, perché fotografa i vari passaggi delicati della mia malattia.
Dalle prime terapie, fino agli ultimi giorni poco prima di andare in stampa con il calendario".
"Mi sono convinta - ha spiegato ancora Benigno - che, pure nel mio piccolo, dovevo fare qualcosa per me e per gli altri che affrontano la malattia".
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