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Crisi benzina in Gb, primi militari in azione a giorni

Inizieranno a entrare in azione nelgiro di "un paio di giorni" i primi militari britannici allertati su indicazione del governo Tory di Boris Johnson per dare una mano contro la crisi della catena di rifornimento al dettaglio del carburante (come di alcuni altri prodotti) rallentata nel Regno Unito dai vuoti di organico post Brexit fra gli autisti di camion: crisi che ha scatenato fino a ieri code alle stazioni di servizio. Lo ha formalizzato stamane il ministro delle Attività Produttive, Kwasi Kwarteng, precisando che la decisione "è presa".
    L'operazione coinvolge 150 specialisti dell'esercito, sottoposti ad addestramento sprint (75 nei giorni scorsi, altri 75 da oggi) per la guida delle autocisterne e finora tenuti in standby. Kwarteng ha quindi riconosciuto che i giorni passati sono stati "difficili" per i consumatori, ma ha ribadito che la situazione - resa più acuta nelle sue parole da fenomeni di accaparramento innescati dall'allarmismo dei media e di alcune organizzazioni di categoria - si sta adesso "stabilizzando".
    Ieri il premier Boris Johnson, intervenendo per la prima volta sull'emergenza, aveva pure evocato un graduale ritorno verso "la normalità" pur senza negare che un riequilibrio della catena dei rifornimenti - conseguenza a suo dire anche del post pandemia e di fenomeni globali - possa richiedere "qualche mese". Rispondendogli dal palco del congresso laburista a Brighton, il leader dell'opposizione, Keir Starmer, chiamato oggi a chiudere l'assise, ha invece accusato l'esecutivo Tory d'incompentenza e di essersi "perduto fra i boschi": costretto a passare "di crisi in crisi", da quella della gestione dell'emergenza Covid a quella attuale della benzina.

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