Quarantasei anni dividono la prima e l'ultima generazione della Golf e esattamente mezzo secolo è trascorso tra i primi bozzetti accennati da Giorgetto Giugiaro, grande 'padre' creativo del modello del 1974, e la attuale Golf 8, disegnata da Klaus Bischoff e dal suo team della Volkswagen. Una report pubblicato dal sito della Casa di Wolfsburg ripercorre la storia di una delle icone della moderna industria dell'automobile, dalla Golf 1 alla Golf 8, senza mai distaccarsi da un valore primario: crea un design che resiste alla prova del tempo. Stile minimale, estetica pulita e design innovativo per il modello del 1974, quello nato sui tavoli da disegno di Giorgetto Giugiaro - considerato uno dei più importanti designer automobilistici del nostro tempo - e uomo con un ruolo chiave nella storia di Volkswagen, pur essendone solo un collaboratore.
Nelle sue pagine, corredate da belle immagini dei due stilisti - Giorgetto Giugiaro viene definito ''maestro del grande cambiamento'' e con la creazione di una innovativa gamma di modelli, il designer torinese viene riconosciuto come l'uomo dietro il nuovo linguaggio stilistico della Volkswagen dal 1970 in poi. ''Pochi - afferma Volkswagen - hanno avuto un'influenza così grande sull'automobile come Giorgetto Giugiaro. Nel 1999, è stato votato Designer del secolo. Con la sua azienda Italdesign, ha modellato forme e aspetto dei nuovi modelli Volkswagen emersi negli Anni '70: Golf, Scirocco e Passat portano tutti lo stile inconfondibile di Giugiaro.
''È facile progettare un'auto bellissima, se ne stai producendo solo alcune - spiega il designer italiano nell'intervista realizzata da Volkswagen - Tuttavia, se vuoi farne migliaia ...'' Mani che parlano e occhi vibranti: Giugiaro è espressivo e gesticola con entusiasmo mentre descrive la sfida presentata dall'incarico che ricevette da Wolfsburg, ricordano che deve fare ''una gamma di auto con un design facilmente riconoscibile, da una compatta a un modello più grande''.
Giugiaro iniziò a definire le nuove linee con il suo primo bozzetto della Passat. E subito dopo Volkswagen impartì istruzioni precise per la Golf. ''Vogliamo che tu ci progetti un successore del Maggiolino, con uno spazio interno all'incirca uguale a quello del Maggiolino''. Giugiaro ricorda come Kurt Lotz, all'epoca CEO di Volkswagen, perse poco tempo per arrivare al momento del primo incontro a Wolfsburg, nel gennaio 1970. Aveva anche idee forti sul modello che immaginava: ''Un'auto compatta moderna con un portellone posteriore, versatile, in linea con le ultima tendenze''. E il designer torinese ribadisce che ''All'epoca i manager della Volkswagen avevano ragione''.
Ma cosa rende la Golf così speciale? Quando i redattori di Volkswagen Classic si recarono a Torino per incontrarlo, qualche anno fa, Giugiaro iniziò a disegnare l'auto senza indugi. La matita scivolava dinamicamente sulla carta. A volte le sue mani volavano sul foglio, a volte si fermavano brevemente per riflettere a un certo punto. Pochi secondi dopo ecco sulla carta una Golf, inconfondibilmente e ancora incredibilmente efficace, pur essendo solo in formato bidimensionale. Linee pulite, ridotte all'essenziale, e particolarmente sorprendenti sono i montanti C (la parte della fiancata che, dopo i finestrini posteriori, raccorda parafango e tetto) il cui disegno 'potente' rivive in ogni nuova Golf, compresa l'ottava generazione disegnata da Klaus Bischoff. Un buon design resiste alla prova del tempo. Tecnologia della Bassa Sassonia che sposa il design piemontese: Giugiaro ha unito questi valori in un modello che resta leggendario anche ai giorni nostri e che ha fissato nuovi parametri di riferimento.