ROMA -Nel 2016, nelle 25 città italiane più congestionate, le aziende hanno perso nel traffico più di 585 milioni di euro. Maglia nera Roma. Solo nella Capitale, il traffico 'in tilt' è costato alle aziende oltre 200 milioni di euro in un anno. E' quanto emerge da una ricerca condotta da TomTom Telematics, che rileva come gli ingorghi abbiano incrementato il tempo di viaggio mediamente del 25%, pari a circa 24 minuti in più al giorno che, ad ognuno dei 675.601 veicoli industriali (leggeri e pesanti) guidati nelle città, costano circa 3,75 euro al giorno. A Roma, in particolare, i veicoli commerciali circolanti (165.410) nel 2016 hanno impiegato in media il 40% di tempo in più per i loro spostamenti, che equivale a 6,8 giorni. Mentre a Milano i 73.654 veicoli commerciali circolanti hanno perso il 30% di tempo in più (pari a 5,5 giorni), con un costo a carico delle aziende di 72,1 milioni di euro.
Nella classifica dei costi, la terza posizione spetta a Torino, con 49,5 milioni di euro andati in fumo nel 2016 a causa del 25% di tempo in più (4,3 giorni) impiegato dai 64.200 mezzi commerciali circolanti. Se invece si calcola il livello di traffico, il primato rilevato dall'analisi di TomTom spetta al Sud. Prima in classifica è Palermo, dove per gli 'ingorghi' viene sprecato dai 32.495 mezzi commerciali il 43% di tempo, che equivale a 6,2 giorni ed un costo di 35,9 milioni di euro. Al secondo posto c'è Roma, con il suo 40% di tempo perso. La Capitale è seguita in classifica da Messina, con il 39% di tempo perso (5,4 giorni) da 11.056 mezzi, per un costo di 10,7 milioni di euro, e da Napoli, dove i 45.231 mezzi commerciali circolanti nel 2016 hanno perso nel traffico il 33% del tempo (5,1 giorni), con un aggravio per le aziende di 40,4 milioni di euro.
"In confronto a 9 anni fa, nei capoluoghi italiani oggetto della ricerca mediamente il livello di traffico non ha accennato a diminuire -, spiega Marco Federzoni, Sales Director di TomTom Telematics Italia -. In città come Palermo, Roma e Messina si registrano dati davvero preoccupanti". E se poniamo la lente di ingrandimento sulle metropoli, Roma, Napoli, Milano e Torino hanno visto peggiorare la situazione rispetto all'anno precedente. Nelle 25 città oggetto dello studio, i dati complessivi evidenziano nel 2016 un incremento delle percorrenze medie del 2% rispetto al 2015, senza registrare alcun tipo di miglioramento in nessuna delle aree urbane censite. E a peggiorare la situazione c'è la situazione infrastrutturale in Italia, dove le autostrade rappresentano solo il 2% della rete di trasporto su gomma. Questo vuol dire che, aggiunge Federzoni, "di fronte a un problema così strutturale, l'unico modo per non essere fagocitati dal traffico è avere a disposizione tecnologie che consentano di ottimizzare le possibilità di scelta del driver. Inoltre, le informazioni sul traffico acquisite dal back office possono rivelarsi estremamente preziose per costruire un modello dinamico per aiutare a ottimizzare la pianificazione delle attività".
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