Far finire oppure no i compiti assegnati per l’estate al bambino/a ora che si avvicina l’inizio dell’anno scolastico? Come prepararlo agli orari di settembre dopo mesi di risvegli tardivi e giochi sfrenati? Come supportarlo a fare amicizia nella nuova classe e come difenderlo per evitare conflitti con gli altri bambini questo anno? Cosa è meglio organizzare per il dopo-scuola? Sarà in grado di fare amicizia e avere buoni rapporti con i compagni? Si sentirà solo?. Quante domande ricorrenti in questi giorni che riporta anche il New York Times in uno speciale sull’ansia di mamma e papà da inizio anno scolastico. E’ già iniziato il conto alla rovescia per il back to scoolh, siamo a meno di 4 settimane dall’avvio della prima campanella dell’anno scolastico 2023/2024 per oltre 2 milioni e mezzo di bambini italiani dai 6 ai 10 anni. Ansia in aumento per genitori e ragazzi alle prese con manuali e libri dei compiti delle vacanze, spesso ancora intonsi seppure comprati in massa all’inizio delle ferie (‘Finalmente in secondaria’, seguito da ‘Tempo d’estate per la quinta classe elementare’ , ‘Tuffo in secondaria’ e ‘Contaci! In vacanza. Con tavole numeriche per la scuola media’ sono stati tra i primi 10 libri più venduti nella prima settimana di agosto, battendo autori del calibro di Antonio Manzini, Paolo Cognetti e Michela Murgia). Ai libri didattici di scrittura e lettura per i più piccoli, i manuali divisi per discipline per le classi successive, si sommano anche titoli di narrativa a misura di bambini e letture ‘in pillole’ in inglese.
Per genitori e figli preoccupati sono pronte le risposte di docenti e ricercatori in scienza dell’educazione che hanno stilato alcuni norme e buone abitudini da adottare prima del rientro a scuola.
Niente sprint, meglio i compiti in modalità slow
“I compiti per le vacanze spesso sono suggeriti dagli insegnanti su esplicita richiesta degli stessi genitori che preferiscono avere dei manuali di riferimento per il ripasso delle materie per i figli ma durante le vacanze basterebbe farli leggere, anche libri a loro scelta, fumetti e perfino la settimana enigmistica per piccoli. I bambini non sono bravi lettori e capita spesso che non leggano in modo scorrevole anche da grandicelli”, riferisce Teresa Ruggiero, insegnante di scuola primaria, responsabile del plesso Andrea Boltar all’I.C Montanelli di Roma.
Fare una corsa in queste settimane per terminare i compiti farà bene? Risponde la maestra Ruggiero: “I compiti estivi per le primarie di solito sono suggeriti, non imposti e io personalmente non li correggo alla ripresa dell’anno nuovo perciò niente corse che aumentano l’ansia. Il lavoro estivo, in particolare nelle ultime settimane che precedono il primo giorno di scuola, dovrebbe essere un modo per allenarsi a riprendere confidenza con i ritmi scolsatici, ma soprattutto con la scrittura e la lettura. Come? Creando uno spazio ‘lento’. Perciò niente full immersion, i compiti non vanno demonizzati anche se siamo agli sgoccioli, mai associarli a punizioni o fare patti pur di farglieli fare di corsa. E’ bene invece cambiare prospettiva dandosi delle priorità e dedicando un tempo ‘lento’ e un luogo adeguato per dedicarsi alla lettura e alla scrittura, che sono essi stessi atti lenti per essere appresi e divenire fludi".
Precisa Teresa Ruggiero: "Si può dedicare ai manuali assegnati del tempo preciso ogni mattina, magari prima di andare al mare o a giocare con gli amici, oppure il primo pomeriggio ed è necessaria una buona dose di concentrazione perciò è bene creare anche un luogo idoneo, tranquillo, senza distrazioni e piacevole per i bambini. Il tempo potrebbe anche coincidere con quello che i genitori dedicano alla gestione e alla sistemazione di pratiche al computer, se non sono ancora rientrati in ufficio. Se si riesce a creare uno spazio familiare lento e ricco per concentrarsi insieme in queste ultime settimane sarà un ottimo esempio positivo privo di preoccupazioni”.
Niente sprint, meglio i compiti in modalità slow
“I compiti per le vacanze spesso sono suggeriti dagli insegnanti su esplicita richiesta degli stessi genitori che preferiscono avere dei manuali di riferimento per il ripasso delle materie per i figli ma durante le vacanze basterebbe farli leggere, anche libri a loro scelta, fumetti e perfino la settimana enigmistica per piccoli. I bambini non sono bravi lettori e capita spesso che non leggano in modo scorrevole anche da grandicelli”, riferisce Teresa Ruggiero, insegnante di scuola primaria, responsabile del plesso Andrea Boltar all’I.C Montanelli di Roma.
Fare una corsa in queste settimane per terminare i compiti farà bene? Risponde la maestra Ruggiero: “I compiti estivi per le primarie di solito sono suggeriti, non imposti e io personalmente non li correggo alla ripresa dell’anno nuovo perciò niente corse che aumentano l’ansia. Il lavoro estivo, in particolare nelle ultime settimane che precedono il primo giorno di scuola, dovrebbe essere un modo per allenarsi a riprendere confidenza con i ritmi scolsatici, ma soprattutto con la scrittura e la lettura. Come? Creando uno spazio ‘lento’. Perciò niente full immersion, i compiti non vanno demonizzati anche se siamo agli sgoccioli, mai associarli a punizioni o fare patti pur di farglieli fare di corsa. E’ bene invece cambiare prospettiva dandosi delle priorità e dedicando un tempo ‘lento’ e un luogo adeguato per dedicarsi alla lettura e alla scrittura, che sono essi stessi atti lenti per essere appresi e divenire fludi".
Precisa Teresa Ruggiero: "Si può dedicare ai manuali assegnati del tempo preciso ogni mattina, magari prima di andare al mare o a giocare con gli amici, oppure il primo pomeriggio ed è necessaria una buona dose di concentrazione perciò è bene creare anche un luogo idoneo, tranquillo, senza distrazioni e piacevole per i bambini. Il tempo potrebbe anche coincidere con quello che i genitori dedicano alla gestione e alla sistemazione di pratiche al computer, se non sono ancora rientrati in ufficio. Se si riesce a creare uno spazio familiare lento e ricco per concentrarsi insieme in queste ultime settimane sarà un ottimo esempio positivo privo di preoccupazioni”.
Come preparare i figli a fare amicizia ed evitare i conflitti i primi giorni di scuola ?
Oltre ai compiti da finire il pensiero ricorrente di molti genitori nei giorni che precedono l’inizio del nuovo anno scolastico resta l’annosa questione dei rapporti tra ragazzi in classe. Timidezza, conflitti e bullismo sono crucci comuni. “Il primo passo è rendersi conto che il processo di fare amicizia è un’abilità permanente che deve essere coltivata, - sottolineano i ricercatori della Binghamton University di New York che hanno appena stilato dei consigli per il ‘back to school’ 2023/2024. “Come acquisire buone dosi di capacità comunicative? I genitori possono aiutare a svilupparla nei loro figli coinvolgendoli spesso in conversazioni, fin dalla più tenera età, e incoraggiandoli a parlare in modo chiaro e conciso, quindi ponendo domande per favorire la conversazione, condividendo storie, ad esempio, anche per migliorare lo sviluppo delle sue capacità di ascolto. Utile anche incoraggiare i bambini a svolgere attività pomeridiane collettive, extra scolastiche“.
“La questione dell’ansia genitoriale nel lasciare i loro bambini a scuola pensando di ‘gettarli nell’arena’ è sempre più comune, - sottolinea Ruggiero. – E’ necessaria invece una maggiore fiducia nell’istituzione scolastica, nei propri figli e nei docenti che gestiscono e monitorano i ragazzi quando si va verso reali conflitti o casi di bullismo. Invece accade sempre più spesso che i genitori entrino a gamba tesa nelle dinamiche relazionali tra il loro bambino e gli altri alunni, per difenderlo da eventuali delusioni o conflitti. Così però non si aiuta a crescere il proprio figlio. I bambini sono in grado di fare amicizia da soli, seppure in tempi diversi, e di gestire il rapporto con i compagni. Il confronto non è mai negativo, è formativo e li aiuta a smussare angoli e trovare soluzioni , idem i conflitti se non sfociano in atti di bullismo che vanno riconosciuti e, sì, affrontati insieme a insegnanti e genitori”.
Fa molto bene inoltre incoraggiare il proprio bambino a svolgere attività insieme ad altri bambini in orario extra scolastico ma all’interno del plesso. “Si tratta di un punto debole quando non ci sono attività organizzate dalle scuole stesse e i genitori non possono pagare attività private, - spiega Suzanne E. McLeod della Binghamton University di New York. – Le attività pomeridiane migliorano le connessioni sociali dei bambini e se fatte a scuola permettono di conoscere anche gli altri studenti dell’istituto e allargare le amicizie”. Commenta Ruggiero: “Spesso le scuole statali italiane collaborano con associazioni e gruppi di esperti pr le attività pomeridiane e sono senza dubbio occasioni preziose per aumentare la socializzazione dei bambini anche quando ai genitori paiono attività meno performanti di quelle offerte da centri privati. Qualora non ci fossero si si possono consultare parrocchie o gruppi scout per far stare i propri figli con altri ragazzi piuttosto che a casa da soli. Le opportunità all’interno di queste comunità possono consentire ai bambini di incontrare altri bambini che probabilmente hanno i loro stessi interessi, portandoli così a trovare il loro gruppo di pari magari nel loro stesso quartiere di residenza” precisa Ruggiero.
E il timore che il proprio figlio sia vittima di bullismo? “Le scuole lavorano molto duramente per affrontare in modo proattivo il bullismo ed è importante che i bambini imparino a destreggiarsi tra il dare e l'avere di contesti non strutturati. Comprendere la differenza tra conflitto e bullismo, che equivale ad un comportamento negativo aggressivo radicato in uno squilibrio di potere, e quindi aiutare tuo figlio a risolvere la situazione può contribuire notevolmente a rafforzare le abilità sociali di tuo figlio” concludono gli esperti.
Come preparare i figli a fare amicizia ed evitare i conflitti i primi giorni di scuola ?
Oltre ai compiti da finire il pensiero ricorrente di molti genitori nei giorni che precedono l’inizio del nuovo anno scolastico resta l’annosa questione dei rapporti tra ragazzi in classe. Timidezza, conflitti e bullismo sono crucci comuni. “Il primo passo è rendersi conto che il processo di fare amicizia è un’abilità permanente che deve essere coltivata, - sottolineano i ricercatori della Binghamton University di New York che hanno appena stilato dei consigli per il ‘back to school’ 2023/2024. “Come acquisire buone dosi di capacità comunicative? I genitori possono aiutare a svilupparla nei loro figli coinvolgendoli spesso in conversazioni, fin dalla più tenera età, e incoraggiandoli a parlare in modo chiaro e conciso, quindi ponendo domande per favorire la conversazione, condividendo storie, ad esempio, anche per migliorare lo sviluppo delle sue capacità di ascolto. Utile anche incoraggiare i bambini a svolgere attività pomeridiane collettive, extra scolastiche“.
“La questione dell’ansia genitoriale nel lasciare i loro bambini a scuola pensando di ‘gettarli nell’arena’ è sempre più comune, - sottolinea Ruggiero. – E’ necessaria invece una maggiore fiducia nell’istituzione scolastica, nei propri figli e nei docenti che gestiscono e monitorano i ragazzi quando si va verso reali conflitti o casi di bullismo. Invece accade sempre più spesso che i genitori entrino a gamba tesa nelle dinamiche relazionali tra il loro bambino e gli altri alunni, per difenderlo da eventuali delusioni o conflitti. Così però non si aiuta a crescere il proprio figlio. I bambini sono in grado di fare amicizia da soli, seppure in tempi diversi, e di gestire il rapporto con i compagni. Il confronto non è mai negativo, è formativo e li aiuta a smussare angoli e trovare soluzioni , idem i conflitti se non sfociano in atti di bullismo che vanno riconosciuti e, sì, affrontati insieme a insegnanti e genitori”.
Fa molto bene inoltre incoraggiare il proprio bambino a svolgere attività insieme ad altri bambini in orario extra scolastico ma all’interno del plesso. “Si tratta di un punto debole quando non ci sono attività organizzate dalle scuole stesse e i genitori non possono pagare attività private, - spiega Suzanne E. McLeod della Binghamton University di New York. – Le attività pomeridiane migliorano le connessioni sociali dei bambini e se fatte a scuola permettono di conoscere anche gli altri studenti dell’istituto e allargare le amicizie”. Commenta Ruggiero: “Spesso le scuole statali italiane collaborano con associazioni e gruppi di esperti pr le attività pomeridiane e sono senza dubbio occasioni preziose per aumentare la socializzazione dei bambini anche quando ai genitori paiono attività meno performanti di quelle offerte da centri privati. Qualora non ci fossero si si possono consultare parrocchie o gruppi scout per far stare i propri figli con altri ragazzi piuttosto che a casa da soli. Le opportunità all’interno di queste comunità possono consentire ai bambini di incontrare altri bambini che probabilmente hanno i loro stessi interessi, portandoli così a trovare il loro gruppo di pari magari nel loro stesso quartiere di residenza” precisa Ruggiero.
E il timore che il proprio figlio sia vittima di bullismo? “Le scuole lavorano molto duramente per affrontare in modo proattivo il bullismo ed è importante che i bambini imparino a destreggiarsi tra il dare e l'avere di contesti non strutturati. Comprendere la differenza tra conflitto e bullismo, che equivale ad un comportamento negativo aggressivo radicato in uno squilibrio di potere, e quindi aiutare tuo figlio a risolvere la situazione può contribuire notevolmente a rafforzare le abilità sociali di tuo figlio” concludono gli esperti.