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Lotta alle discriminazioni nella moda con Hearth e app Hh

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 Intelligenza Artificiale e un'app per combattere le discriminazioni nella moda sono alla base del progetto Hearth e dell'App HH, progettate da African Fashion Gate e LABoratorio d'Impresa 5.0 per denunciare il razzismo nel settore fashion.
    Nicola Paparusso, fondatore di African Fashion Gate Aps Ets e del premio La Moda Veste la Pace, che negli anni è stato conferito a stilisti del calibro di Giorgio Armani, Valentino Garavani, Vivienne Westwood, da sempre sviluppa iniziative culturali e interventi concreti contro il razzismo e la discriminazione nel mondo del fashion.
    Il LABoratorio d'Impresa 5.0, società benefit nota anche come John Bosco LAB, si occupa di creatività progettuale e di cultura di impresa. Hearth sarà operativo dall'autunno, si occuperà anche di data processing per l'analisi delle segnalazioni di discriminazione, produrrà report e statistiche legate a questo tema e destinate alle istituzioni nazionali ed europee, all'editoria e al mondo accademico utilizzando tecniche di Analytics e metterà a punto piani di intervento per indirizzare le evidenze di disagio sociale che emergeranno. Hearth verrà utilizzato anche per monitorare questa problematica nel mondo della moda che ha un contesto lavorativo internazionale in tutta la filiera. L'App HH è invece uno strumento per raccogliere le segnalazioni di fenomeni discriminatori di qualsiasi tipo.
    Concepita per smartphone e web, l'app è implementata con tecniche di chatbot basate sull'intelligenza artificiale ed è stata sviluppata da una società formata da ragazzi poco più che ventenni che collaborano con il LABoratorio d'Impresa 5.0. "Lo studio dei fenomeni discriminatori nel mondo della moda - spiega Paparusso - è da sempre l'obiettivo principe di African Fashion Gate. È una sfida non solo per noi, ma anche per la statistica ufficiale date le dimensioni e la complessità del tema. AFG ha realizzato numerose indagini per rendere visibili questi fenomeni e per studiare le diverse espressioni dei processi di discriminazione utilizzando differenti strumenti metodologici.
    L'App è il frutto della sensibilità e del talento di due ragazzi cresciuti in un oratorio salesiano di Verona e guidati da una struttura con la quale collaborano". (ANSA).
   

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