(ANSA) - ROMA, 11 LUG - È la scelta di cosa indossare che ha ucciso Mahsa Amini? Si è chiesta la studentessa di fashion design dello IED-Istituto Europeo di Design, Ban Zsofia Klara, nel realizzare il progetto moda L'Amore Superbaby, che sfilerà il 12 luglio nei giardini della sede della scuola romana per il final work dei suoi giovani designer che hanno terminato il triennio. "Perché tra abusi e femminicidi - ha pensato la stilista in erba - l'abito viene spesso strumentalizzato quando si parla di violenza di genere". Il suo progetto è un inno alla libera espressione della femminilità attraverso capi che mixano elementi di costume ottocentesco a texture e forme più contemporanee.
L'appuntamento annuale con la sfilata del final work dei giovani designer è dunque dedicato all'indipendenza e alla libertà espressiva. Temi esplorati: l'esaltazione del femminile, la lotta ai femminicidi, il superamento dei cliché legati ad arti, generi ed epoche. Una moda coraggiosa, che celebra l'indipendenza e la libertà. Idee creative che superano tendenze e movimenti, che si staccano da cliché legati ad arti, generi ed epoche per esprimere, con chiarezza, sé stessi. È questo il fil rouge che unisce le creazioni delle studentesse e degli studenti dei corsi triennali di Fashion Design e di Design del Gioiello IED Roma, che andranno in passerella con il titolo Me, myself and I, con al centro l'indie fashion, che parte dallo studio e dal recupero del vintage per valicarlo tramite una rielaborazione personale.
In passerella si vedrà anche il progetto L'autre moi, dello studente Luca Di Giacomantonio, che esplora invece le definizioni di identità di genere, e il progetto Vitruviana, di Maria Chiara Sorbino, in riferimento alla nota opera di Leonardo da Vinci: un viaggio attraverso il concetto di perfezione e trasformazione di un corpo. È così che al centro del famoso cerchio si iscrive una figura femminile simbolo di perfezione celeste e terrena, perno centrale del mondo. (ANSA).
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