Il sistema cosmetico italiano è tra i leader del settore. Questi i dati, dal centro studi di Cosmetica Italia, che spiegano lo scenario attuale: 6% del fatturato è l'investimento per linnovazione e la tecnologia delle imprese della cosmesi in Italia, più del doppio della media nazionale; oltre 2.000 milioni di euro è il valore del fatturato generato dai cosmetici a connotazione naturale e sostenibile in Italia, equivalente a più del 16% del totale dellindustria cosmetica; le donne impiegate nel settore rappresentano il 54% (circa 19mila, di cui 1.700 laureate), mentre la media dellindustria manifatturiera è ferma al 28% e in Europa la percentuale del trucco prodotto da aziende italiane è del 67%, a livello mondiale tocca il 55%. A queste percentuali si associano i numeri: un fatturato di 13,3 miliardi (+12,4% sul 21) ossia +10,2% e 5,9 miliardi (+18,5% sul 21) come valore di export. Con previsioni per il 2023 a salire: 14,4 miliardi (+7,9% sul 22) per il fatturato e 6,4 miliardi (+10,0% sul 22) per l'esportazione. A conti fatti e forse a sorpresa per chi non conosce la portata economica del comparto, dopo moda, mobili, gioielli e vino, il beauty è al quinto posto dei settori del made in Italy prima di occhiali, barche, pasta e moto. Con questo biglietto da visita il sistema italiano si presenta alla 20/a edizione di Cosmoprof North America a Las Vegas. Gli Stati Uniti sono il primo mercato per l'export beauty italiano: le prime dieci destinazioni concentrano il 64% del totale export cosmetico italiano, il 38,7% è rappresentato dal Nord America. Ma cosa richiedono gli americani tra i cosmetici Made in Italy? Al primo posto i profumi, ossia la profumeria alcolica (193 milioni di euro, +53,5% rispetto al 2021), poi il make-up (174 milioni di euro, +50,5%) e i cosmetici per la cura della pelle (171 milioni di euro, +28,9%), mentre al quarto posto i prodotti per capelli (167 milioni di euro, +29,4%).