(ANSA) - SPOLETO (PERUGIA), 01 LUG - Capelli raccolti in una treccia abito scuro firmato Saint Laurent con un collettino di pizzo bianco, lontana dall'immagine prorompente delle pubblicità di un noto marchio di costumi da bagno e dalle prime pagine delle riviste di moda, Laetitia Casta ha portato al festival di Spoleto la storia di Clara Haskil, una delle pianiste più significative del Novecento ma anche delle più misconosciute per molti anni. Lo ha fatto interpretando tutti i personaggi della sua rocambolesca vita: quindici in tutto, dalla madre che le ha dato le prime lezioni di piano, allo zio Avram che l'ha seguita dopo la morte del padre, deceduto per le conseguenze di un incendio da cui aveva salvato le figlie a Bucarest, la loro patria natale, dal gatto Karpatte, agli amici come il violinista Arthur Grumiaux e Charlie Chaplin, che la considerava uno dei tre genii che aveva conosciuto insieme ad Alberto Einstein e Wiston Churchill.
'Clara Haskil. Prelude et fugue' è il titolo della pièce firmata da Serge Kribus che a Spoleto ha debuttato in prima italiana dopo il successo in Francia.
Preludio è la prima parte della vita di Clara, enfant prodige che dalla Romania arriva a Vienna e Parigi, costretta a portare per mesi un gesso per la scoliosi, sempre modesta e insicura.
La fuga è quella per non venire deportata, lei ebrea, dalla Francia occupata durante la Seconda guerra mondiale. Fuga in Svizzera dove ha conosciuto Chaplin negli anni, dopo il 1950, quando è arrivata la sua affermazione finale e tardiva.
Nel mezzo la malattia che l'ha a lungo tenuta lontano dal pianoforte, la timidezza, quello che Casta chiama "umiltà" che in qualche modo ha ritardato la sua affermazione mondiale. Un turbinio di eventi ed emozioni a cui Casta dà voce e corpo aiutata dalla pianista Isil Bengi, unica altra presenza sul palco oltre a tre pianoforti: uno in miniatura, uno in verticale e uno a coda. (ANSA).
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