Un po' come avviene per una parte della cultura orientale, a noi occidentali sfuggono tanti - leggeri o a noi non significativi - elementi, oggetti. Accade anche per la mostra "Confucius", in 4 lingue (italiano, inglese, spagnolo, cinese) al Civico Museo d'Arte Orientale, della artista argentina, María Sánchez Puyade, carica di suggestioni, tradizioni, pregnante di cultura e citazioni. Confucius è il nome inglese di Confucio, di derivazione latina.
Mostra bella e complessa (fino a ottobre): non fosse altro che, per il difficile, ma riuscito, tentativo di spiegare Confucio. Puyade si serve di un intermediario, un traghettatore controverso, grande e non facile: Ezra Pound che alla cultura cinese e al filosofo e politico del VI secolo a.C., dedicò studio, tempo ed energie e che tradusse in italiano e in inglese.
Bisogna vedere oltre la apparente semplicità dei kimono, dei 35 telai rotondi con ricami di ideogrammi e paesaggi. Tanti sono i piani di lettura. A cominciare dal fatto che i kimono e i ricami li ha realizzati la stessa artista e non sono casuali, ma frutto di 5 anni di letture di Confucio e Pound. Basta esaminare il logo della mostra per rendersi conto di quanta sapienza e riflessione ci sia dietro quell'oggetto rotondo con fili a raggiera e buco al centro. "Raffigura una moneta - spiega Maria Sanchez Puyade - Pound era contrario all'usura; la moneta rappresenta un elemento giusto, di giustizia sociale. Anche per questo ha la forma di un occhio". E' l'occhio guarda diritto al cuore.
Confucio non ha mai scritto, recuperò testi di un millennio prima che erano la base della cultura cinese; i suoi discepoli, duemila anni fa circa, avrebbero scritto i suoi insegnamenti.
"Il suo è un messaggio di pace e di cammino interiore con un impatto collettivo - spiega ancora l'artista - una filosofia per stare nel mondo: era ciò che Pound voleva valorizzare, per questo tradusse, tra gli altri, il Dàxué, che riteneva il testamento di Confucio", una breve storia della Cina dal 500 a.C. a oggi. Quello stare al mondo che pochi potevano insegnare: per il poeta, Jefferson prima e Mussolini poi.
Mentre si ammirano i lavori dell'artista, tra oggetti d'epoca, libri quasi introvabili, e la preziosa riedizione in risografia del Dàxué, legata con fili di seta, si ascoltano nelle 4 lingue e si possono vedere proiettati incontri come quello tra Mary de Rachewiltz (figlia di Ezra Pound) e l'artista.
Esaminare con cura: il semplice ricamo non è una modalità d'illustrare un paesaggio, un evento né un passatempo: è la struttura profonda del linguaggio, la trasformazione del vuoto di una superficie semplice. Non la si abbellisce, la si perfora per percorrerla, in entrambi i lati, per capire che c'è sotto.
Sanchez Puyade li ha realizzati con tecniche olio o matita "in momenti di profonda meditazione e studio, quando le parole con cui nominiamo le cose vengono comprese e il linguaggio diventa generativo". Un processo forse più facile con gli ideogrammi.
Infine, la tigre, che raffigura l'imperatore e tanto altro.
"Chi resta sereno di fronte a una tigre può arrivare al proprio scopo, nell'ora destinata", aveva indicato Pound. (ANSA).
Caricamento commenti
Commenta la notizia