© ANSA
Un film fin dentro la fine del mondo questo Last Words di Jonathan Nossiter, interpretato da Nick Nolte, Charlotte Rampling, Stellan Skarsgaard, Alba Rohrwacher, Silvia Calderoni e, per la prima volta sullo schermo, Kalipha Touray. Selezionato in concorso a Cannes 73, e prodotto da Stemal Entertainment con Rai Cinema, il film, in sala dal 15 giugno e girato tra Parco Archeologico di Paestum e Bologna sotterranea, ci porta nel 2086. Qui, all'indomani delle grandi alluvioni, il pianeta che conosciamo non esiste più, la Terra sta morendo, ma l'ultimo uomo rimasto scopre per fortuna il cinema, ultima àncora a cui è affidata la memoria dell'umanità.
"In Last Words c'è una profonda comprensione dello stato del mondo e di come lo stiamo maltrattando. Il mio personaggio - spiega oggi a Roma Charlotte Rampling - non si sa bene da dove venga, ma è una donna capace di sorridere e di far capire come l'amore, l'empatia, la comprensione verso gli altri ci salvino dalla fine del mondo, anche se sono convinta - conclude l'attrice - che la natura ci farà fuori molto prima di quanto immaginiamo".
"Nel mondo del 2086, l'Europa è un deserto - sottolinea Nossiter in perfetto italiano -. Non c'è più natura. Solo lattine di cibo in polvere per gli ultimi sopravvissuti. Non c'è più cultura, tranne qualche frammento di cinema sotto le macerie di ciò che rimane di Bologna. Niente più socialità, neppure la memoria di una stretta di mano. Un mondo proprio senza speranza? No! Grazie alle magiche risorse dell'immaginazione umana". E ancora il regista: "Last Words è un film che si confronta con il potere distruttivo delle catastrofi ecologiche senza perdere il coraggio della tenerezza e la gioia dello stare insieme per raccontarci delle storie". (ANSA).
Caricamento commenti
Commenta la notizia