Lezioni di stile ne dà quasi da 50 anni, ma questa volta a lasciare il pubblico a bocca aperta non sono stati i suoi abiti, ma le sue parole: nella sua Piacenza, per il conferimento della laurea honoris causa in global business management tributatagli dall'università Cattolica, Giorgio Armani ha tenuto un discorso speciale, rivolgendosi in particolare agli studenti. "Ho parlato di me, pensando soprattutto a voi studenti, vorrei che la mia storia - ha detto lo stilista, alla sua quarta laurea ad honorem - fosse di stimolo ed esempio per ricordarvi che il lavoro vero porta lontano". Non un discorso motivazionale, niente slogan alla 'stay hungry, stay foolish', ma il racconto di una vita, iniziata 89 anni fa a Piacenza, e di una carriera, cominciata nel 1975, che ha portato Armani ad essere a capo di un gruppo, fieramente indipendente, simbolo del made in Italy. "Questa laurea - ha detto lui dal palco del teatro municipale, dopo l'intervento del rettore Franco Anelli - ha un valore speciale perché premia il mio ruolo di imprenditore e la passione che mi hanno permesso di trasformare un sogno in un gruppo solido, simbolo del made in Italy, speciale perché mi viene conferita nella mia città natale, un luogo magico e pieno di ricordi, da Piacenza sono partito per cercare la mia strada che ho trovato a Milano, ma le mie radici sono rimaste sempre qua". Nel suo intervento, Giorgio Armani ha ricordato anche uno dei momenti più duri della sua vita, la morte del socio e compagno Sergio Galeotti, mancato nel 1985, dieci anni dopo aver fondato con lui la Giorgio Armani. "Ho fondato la Giorgio Armani insieme a Sergio Galeotti, il primo a credere veramente nel mio talento, lui - ha detto Armani - si occupava del business e io della creatività, ma il destino mi ha messo a dura prova e, a seguito della scomparsa del mio socio, per far sì che la Giorgio Armani sopravvivesse, ho dovuto occuparmi di persona dell'azienda. Molti pensavano che non ce l'avrei fatta, ma grazie alla mia caparbietà e al sostegno delle persone a me vicine, sono riuscito ad andare avanti: è stato un percorso lungo e a tratti complesso, i momenti difficili li ho superati con l'impegno e la dedizione e il rigore, i valori che ho assimilato in famiglia e che raccomando sempre di seguire per dar forma a ciò in cui si crede, ancora di più oggi che si moltiplicano i successi effimeri perché ciò che chiede impegno - ha sottolineato - dura". Ed ecco la lezione più economica: "Con coraggio e fiducia, ho sempre coltivato con fierezza, difendendola, la mia indipendenza. Ascolto il parere degli altri, ma sono io che prendo le decisioni, soppesando sempre rischi e benefici, con un grande senso di responsabilità". Ma il vero segreto di Armani è un altro, e oggi lo ha svelato agli studenti della Cattolica: "Sono un creativo razionale, ma la spinta - le sue parole - nasce sempre dalla passione, da un'intuizione e dal desiderio bruciante di realizzarla. Ogni idea, in fondo, è frutto di un innamoramento e questo lavoro, che per me è la vita, è un atto continuo di amore. Anche a voi - ha detto ai giovani - raccomando di coltivare l'amore per ciò che fate con rispetto di chi vi è vicino". Un consiglio ai ragazzi che volessero seguire il suo esempio? "Studiare con impegno, osservare la realtà e lavorare con passione e coerenza - ha sottolineato Armani all'ANSA - senza lasciarsi abbattere né farsi incantare dai facili successi, perché è la sostanza che conta". La sua sostanza oggi è stata riconosciuta con la quarta laurea honoris causa, "per la dimensione internazionale del marchio, per l'approccio olistico - si legge nelle motivazioni - alla sostenibilità, per la ricerca inesausta di miglioramento e per la consapevolezza della centralità dell'impresa nella creazione di valore condiviso". La laurea è uno dei tanti riconoscimenti che gli sono stati attribuiti, ma nella sua Piacenza - dove è nato nel 1934 - oggi ha avuto un sapore speciale: "Mi ha obbligato - la confidenza di Armani dopo la cerimonia - a ricordare un percorso che ho fatto, molto impegnativo, dimenticando me stesso ed è grave, ve lo sconsiglio, lavorate ma non dimenticate, quando tornate a casa, che avete un cane, un gatto un bambino o un amante perché andando avanti si ha bisogno di persone al fianco". Oggi ce n'erano tante ad applaudirlo, dai nipoti Roberta, Silvana e Andrea al braccio destro Leo Dell'Orco, tutti al suo fianco nella vita e nel lavoro.
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