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Antonio Marras, nei miei abiti un'ode al coraggio delle donne

"Mi hanno chiesto di partecipare a questa iniziativa del Corriere della Sera, che manda in passerella a Milano un messaggio di speranza per tutte le donne colpite dal cancro al seno e io ho accettato volentieri. Ho voluto sottolineare con i miei abiti il coraggio di lottare contro una malattia bastarda. Una forza che appartiene solo alle donne. Perché noi uomini davanti a questi mali siamo dei codardi. Ho voluto rendere omaggio alla forza femminile di combattere e sconfiggere una male terribile come il cancro al seno, perché anche mia madre negli ultimi anni della sua vita ne fu colpita". Lo stilista di Alghero, Antonio Marras ha preparato una collezione di abiti sul tema della lotta al cancro al seno, che sarà presentata il 5 maggio a Milano, nella Loggia del Palazzo Giureconsulti, nell'evento organizzato dal Corriere della Sera, "La bellezza ritrovata - La sfilata del prendersi cura". Una manifestazione che rientra nell'ambito della Civil Week 2023, settimana meneghina dedicata agli impegni civili, in calendario dal 4 al 7 maggio con oltre 460 eventi, incontri, laboratori, feste, attività solidali, ricreative e culturali, sul tema: "Io mi prendo cura. Persone, territorio, ambiente", appuntamenti aperti a cittadine e cittadini per toccare con mano la "cura" che il multiforme mondo dell'attivismo civico porta nelle città. "Anch'io ho visto da vicino questa malattia. Mia madre morì per altri problemi di salute - torna a ricordare Marras al telefono con l'ANSA - ma negli ultimi due anni della sua vita fu colpita anche da questo male e io la assistetti. E' una malattia che coinvolge tutta la famiglia di chi si ammala. E' un terremoto devastante. Le donne colpite diventano dipendenti dagli altri per sopravvivere, per mangiare, per muoversi, per lavarsi. Tutta la famiglia viene coinvolta e lascia una cicatrice indelebile".
La sfilata: "Ho chiesto a ognuna di queste donne colpite dal cancro al seno coinvolte nella sfilata - rivela lo stilista - d'inviarmi un abito, un capo che rappresentasse per loro qualcosa. E anche di mandarmi una frase che per loro volesse racchiudere un messaggio significativo della tragedia che hanno vissuto. Poi ho smontato gli abiti, li ho frantumati, smembrati e ricomposti, cercando tracce della loro esistenza. Ne sono venuti fuori 35 capi, tute, vestiti, camicie, che riportano istoriate le frasi di queste donne: "Piombo sulla mia pelle", "Ho vinto", "Serviva colore per affrontare la terapia", sono alcuni esempi. Federica Fracassi leggerà queste frasi durante la sfilata e sarà come un racconto. Ma in pedana ci saranno anche 14 uomini e 10/12 amiche che ho chiamato a sfilare per me in questa manifestazione di speranza, come Geppi Cucciari".

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