"Quello dell'Aifa mi sembra un piccolo segnale positivo che va nel senso del riconoscimento del valore sociale della maternità. Una funzione essenziale come la riproduzione della specie non può essere lasciata solo sulle spalle delle donne.
Le donne vanno aiutate, sorrette, accompagnate: tutto quello che legittima e difende la possibilità di scegliere se diventare madri o no è benedetto. Se le donne possono diventare madri quando lo desiderano, quando si sentono pronte e non per sbaglio, per caso, se diventano madri solo quando lo vogliono, allora non cresceranno dei figli infelici. E in questo senso vanno sia la legge 194 che tutta la politica sulla contraccezione". Lidia Ravera, scrittrice e giornalista, da sempre attenta alle battaglie di emancipazione delle donne e dei cambiamenti della società, saluta in un'intervista all'ANSA con soddisfazione il ritorno alla gratuità della pillola anticoncezionale.
"Tutto si gioca nei primi anni di vita e la responsabilità materna è enorme, determinante: la maternità non può essere affrontata con leggerezza. Bisogna riaprire i consultori e moltiplicarli, aprirne uno in ogni quartiere ed avere al loro interno sempre personale capace di parlare anche alle migranti che vengono nel nostro paese" aggiunge Ravera.
Intanto, mentre l'Italia si riapre una finestra per una maggiore diffusione della contraccezione, negli Stati Uniti la Corte Suprema americana sospende le restrizioni alla pillola abortiva.
"Con il femminismo è iniziato qualcosa che non può essere arrestato: un movimento delle coscienze, una presa in carico dei propri diritti e una voglia di libertà che non può essere fermata, è come un torrente in piena. C'è continuamente il tentativo di rimettere le donne nella gabbia della maternità non voluta, ma questo cammino non si può arrestare e la sentenza americana, così come la gratuità della pillola, va in questo senso".
Eppure in Italia alcuni esponenti della maggioranza e le associazioni per la vita dicono che sono altre priorità e che l'Aifa dovrebbe fare un passo indietro.
"Ma cosa c'è di più centrale della maternità e della riproduzione? Sdoganare il sesso dalla riproduzione è ridare alle donne la libertà. La maternità è una responsabilità enorme che comincia quando il bambino nasce e dura tutta la vita: è una responsabilità emotiva ed anche economica. Perché siamo alla crescita zero? Non è forse una questione che ha a che vedere con le difficoltà economiche? Perché le donne arrivano a 40 anni per avere un figlio? La contraccezione previene una scelta dolorosa come l'aborto, un costo per le strutture sanitarie e una via crucis per le donne. Oltretutto con l'enorme diffusione della obiezione di coscienza fra i ginecologi, rischia di essere vanificata la legge 194".
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