I 40 anni di Flashdace. La love story tra una 18enne saldatrice e aspirante ballerina e il boss di un'acciaieria di Pittsburgh più grande di lei potrebbe far discutere con gli occhi del #MeToo, ma quando il 15 aprile 1983 il film uscì nelle sale, fu un immediato successo di pubblico diventando rapidamente un cult. Con l'esordiente Jennifer Beals nel ruolo della protagonista, la regia di Adrian Lyne (Attrazione Fatale, Proposta Indecente e il torrido Nove Settimane e Mezzo), al suo secondo film, e Joe Eszterhas di Basic Instinct nella writers room, la pellicola arrivò a incassare oltre 200 milioni di dollari worldwide (oltre 90 solo negli Usa): per niente male per una produzione demolita dalla critica e realizzata con un budget di appena sette milioni di dollari.
Flashdance era ispirato a una storia vera: quella di Maureen Marder, operaia di giorno e ballerina di notte a Toronto che nel 1982 concesse i diritti alla Paramount per 2.300 dollari. "E' un nuovo Rocky, ma al femminile", commentò all'epoca l'Hollywood Reporter, una delle poche testate che risparmiarono alla pellicola giudizi al vetriolo. Di nuovo nelle sale Usa il 26 e il 30 aprile per celebrare l'anniversario, il film introdusse il grande pubblico alla breakdance, gli scaldamuscoli e a una colonna sonora ancora trascinante grazie a brani come Maniac e Flashdance... What a Feeling che, interpretato da Irene Cara, l'anno dopo vinse l'Oscar per la migliore canzone originale.
C'era anche un pizzico di Italia con Gloria di Umberto Tozzi che accompagna nella scena della gara di pattinaggio sul ghiaccio l'amica di Alex, Jeanie (Sunny Johnson, che morì di emorragia cerebrale a soli 30 anni l'anno dopo l'uscita del film). (ANSA).
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