Il tempo di sistemare la pelata di Mussolini sulla testa di Luca Marinelli nella serie M. Il figlio del secolo e Aldo Signoretti vola a Los Angeles. E' protagonista della Notte degli Oscar il 12 marzo, candidato per il make up & hair di Elvis di Baz Luhrmann con Mark Coulier e Jason Baird. E' tra gli italiani in nomination con Alice Rohrwacher, che spera nella statuetta per il corto Le Pupille, oltre a Lorenzo Zurzolo nel cast del film candidato EO di Jerzy Skolimowski.
Signoretti è alla quarta nomination, che aspettative ha? "Non mi suiciderò se non vinco - dice in un'intervista all'ANSA -, ci ho sperato tanto per Apocalypto di Mel Gibson che secondo me era un film perfetto per il mio lavoro, e poi anche nel Divo di Paolo Sorrentino e nel Moulin Rouge di Luhrmann con cui ho un legame speciale".
Il lavoro di acconciature, come il make up, è una di quelle professioni fondamentali nel cinema e nelle serie tv, perché come i costumi contribuisce a fare di quell'attore il personaggio. Insomma non solo l'abito fa il monaco, ma pure il trucco e il parrucco. "Sono andato a New York ad incontrare Austin Butler con Baz - rivela - e c'erano anche altri due attori di talento di cui non faccio i nomi. Mi sono portato qualche parrucca realizzata sull'immagine di Presley e le abbiamo provate agli interpreti, tutti bravi, di talento, capaci di ballare, cantare, muoversi. Ebbene solo su Austin calzavano a pennello, sembravano non maschere di carnevale. Io non ho avuto dubbi e anche grazie a quel provino Luhrmann ha scelto Butler". Il lavoro di acconciatore è "sartoriale, significa che ogni cosa è su misura, perfettamente pensata per la persona che hai sotto le mani. Ho 50 anni di carriera e posso dire che Luhrmann è un regista più che attento, direi ossessionato per la messa in scena che vuole perfetta, i capelli sono una sua fissa. Solo per quel provino mi sono portato dietro parrucche di vari tipi, a cominciare da una parrucca bionda perché così era Presley, poi nasi diversi, menti diversi per adattarli sul volto. Poi sul set ci siamo divisi i lavori, anche perché Coulier è un genio del prostetico, io ho lavorato su acconciature e trucco di Elvis e del colonnello Tom Parker con un irriconoscibile Tom Hanks trasformato anche grazie alla rasatura completa dei capelli cui l'ho sottoposto. Lo spettatore non sa quanti passaggi ci sono per questi attori al trucco ed è nostra abilità far si che non si vedano".
Signoretti parte giovedì da Roma per Los Angeles dove parteciperà a vari eventi per i candidati all'Oscar e venerdì 10 marzo sarà tra i protagonisti di Los Angeles - Italia (dal 5 all'11 marzo) che all'Istituto Italiano di Cultura organizza un evento in onore suo e degli altri candidati italiani all'Academy Award 2023, Alice Rohrwacher, Lorenzo Zurzolo e con loro ci saranno anche Paolo Genovese, Sabrina Impacciatore, Andrea Pallaoro e Andrea Scarduzio.
Anche il look di Marinelli sarà stravolto per diventare Mussolini: "Ho rasato molto anche lui, un po' l'ho massacrato, ma da super professionista qual è non ha fatto un fiato e si è fidato. Del resto il cinema è un lavoro di team e tutti lavoriamo per fare qualcosa di eccellente, qui poi ci sono anche grandi scene di massa e look giusti per tutti, non dimentichiamo - dice con soddisfazione - come ho combinato Elio Germano per Ligabue o Mastroianni per Ginger e Fred, nessuno si ribella, anche loro sono alla ricerca del personaggio".
Dice Signoretti che anche nel suo reparto ci sono stati cambiamenti, il prostetico ad esempio, ma c'è anche tanta cialtroneria: "Mancano i maestri che insegnano, c'è tanto lavoro e tutti nel giro di pochi anni diventano capi reparto, io ho fatto una grande gavetta e un altro cinema, ho lavorato con De Sica, ho avuto per Piero Tosi, Danilo Donati per citarne solo due, lo stesso Fellini mi ha insegnato moltissimo come pure Bernardo Bertolucci e in America Altman e Cronenberg".
Il curriculum di Signoretti è un manuale di storia del cinema, ma un giovane che vuole cominciare "il mestiere più bello del mondo" come parte? "Studiando con i più bravi, Alberta Giuliani e Francesco Pegoretti a Bologna, per le acconciature, Martina Cossu e Laura Borzelli per il make up, poi tanta umiltà, gavetta e passione per il cinema". (ANSA).