La passerella della sfilata di Saint Laurent a Parigi è illuminata da enormi lampadari d'oro con centinaia di candele accese, suggestivamente moltiplicati da un gioco di specchi. In questa atmosfera romantica e retrò sfilano, in uno stridente contrasto, le creazioni di Anthony Vaccarello, che stavolta ha deciso di rileggere i codici della maison francese con una decisa silhouette a "T", focalizzata sulle spalle enormi, gigantesche. Le spalle strutturate ed esagerate sono il punto di attrazione di una silhouette che esige sotto linee affilate, quasi taglienti. Le giacche sono il risultato di una costruzione precisa, che vuole ribaltare le proporzioni della figura femminile. Quella disegnata da Vaccarello è una donna imperturbabile, impenetrabile, potente. Magnetica. Non bastano il contrasto con le scollature profonde delle bluse sulla schiena e sul decolleté, e neppure le trasparenze dello chiffon, o i tacchi a spillo e i gioielli vistosi, per addolcire l'impatto estetico di questa donna così decisa, volitiva, che sembra la nipote diretta delle manager anni Ottanta, tutte tailleur con spallone imbottite e decolleté, che hanno segnato un'epoca. Erano gli anni dell'Edonismo Reaganiano, anni in cui l'abbigliamento era uno strumento per fare carriera. Le giacche erano, per uomini e donne, il biglietto da visita sul lavoro, la garanzia di successo, simboleggiando autorevolezza e professionalità. Anche se a sdoganare il tuxedo femminile fu proprio Yves Saint Laurent nel 1966. Nella nuova collezione Anthony Vaccarello ha riportato il power dressing in passerella.