Lunedì 25 Novembre 2024

Massimo Bottura è il nuovo Chef Ambassador di Illycaffé

Massimo Bottura è il nuovo Chef Ambassador di Illycaffé - © ANSA
Massimo Bottura è il nuovo Chef Ambassador di Illycaffé - © ANSA

“Questo è l’incontro tra due botteghe rinascimentali”. Massimo Bottura traduce così il suo ingresso nel progetto ‘Chef Ambassador’ di Illycaffè: l’azienda leader nel caffè di alta qualità sostenibile può contare su una rosa di ‘artisti’ del cibo (per citarne alcuni, Niko Romito, Antonia Klugmann e Rupert Blease) e ha deciso, in questo 2023, di collaborare con lo chef modenese, tre stelle Michelin, che ora rappresenterà illycaffè nel mondo.

A spiegare nel dettaglio in cosa consista la partnership è direttamente l’amministrice delegata di Illycaffè: “ll programma nasce con l’obiettivo - le parole di Scocchia - di rendere protagonista la creatività dei grandi chef anche nel mondo del caffè. Si tratta di un’iniziativa che abbiamo lanciato nel 2017, selezionando una rosa ristretta di chef stellati a cui abbiamo offerto l’opportunità di personalizzare il nostro blend unico. L’obiettivo era quello di unire la qualità superiore e sostenibile di Illycaffè con l’innovazione e la creatività dei grandi maestri del gusto”.

“Fra i nomi non poteva mancare quello di Massimo Bottura, perché è uno chef straordinario - continua l’amministratore delegato di Illycaffè - tre stelle Michelin, ai vertici delle classifiche culinarie a livello mondiale. Quello che accomuna lo chef Bottura e Illycaffè è l’amore per la qualità sostenibile. Ma non solo. Ci unisce anche un assetto valoriale forte. Sia Illycaffè che Massimo Bottura credono nella umanità, nell’inclusione, nella sostenibilità sociale e ambientale”.

Concetti che Bottura stesso rimarca dando l’annuncio del suo ingresso nel progetto ‘chef Ambassador’: “Illycaffè rappresenta i nostri stessi valori, nella quotidianità, e crede tantissimo nella qualità delle idee. Crede nella qualità delle idee anche dal punto di vista dell’arte, soprattutto contemporanea. Perché noi siamo contemporanei, ma non dimentichiamo mai chi siamo e da dove veniamo, quindi il nostro passato. La nostra mente - continua Bottura - è sempre legata al futuro per cercare di essere più sostenibili e di costruire un futuro migliore”. Grazie al programma condiviso fra Illycaffè e Bottura, lo chef modenese avrà l’opportunità di creare un caffè personalizzato, ‘su misura’: come per i precedenti chef che sono entrati nella rosa di Illycaffè, l’artista modenese della cucina potrà ‘firmare’ una variazione sul tema del blend unico di Illy a partire dai nove ingredienti che lo compongono, combinati in quantità e proporzioni differenti sulla base dello stile e delle sue preferenze sensoriali, gustative ed olfattive. Il risultato finale, ovvero la tazzina di caffè ‘alla Bottura’, sarà offerto ai clienti dell’Osteria Francescana, della guesthouse Casa Maria Luigia, del bistrot modenese Franceschetta58 e del ristorante storico Cavallino.

Bottura nel celebrare l’incontro con Illy si è soffermato a più riprese sugli obiettivi del proprio lavoro: “Cultura, conoscenza, coscienza, senso di responsabilità. L’Osteria Francescana - spiega lo chef stellato - è una bottega rinascimentale che crede nella cultura, che crea cultura. Che sviluppa conoscenza attraverso anche l’espressione della biodiversità culturale dei nostri ragazzi. La coscienza è fondamentale, perché è la coscienza di ciò che hai fatto e di come lo hai fatto, di quello che hai ottenuto, di chi sei e da dove vieni. Poi il senso di responsabilità: tutti i nostri progetti sociali. Quando arrivi al massimo dell’espressione di quello che è il tuo lavoro, è il momento nel quale devi restituire cercando di coinvolgere più gente possibile per aiutare chi è in difficoltà. Illy rappresenta e condivide questo tipo di valori”.

Conclude l’amministratrice delegata di Illycaffè: “Bottura è conosciuto da sempre come uno chef brillante e visionario, che osa e che sa stupire. Noi ci aspettiamo che il suo blend abbia carattere, sia innovativo e capace, appunto, di stupirci in positivo”, conclude Cristina Scocchia.

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