C'è un altro italiano il 12 marzo alla Notte degli Oscar: Lorenzo Zurzolo, il giovane attore lanciato da BABY, protagonista di EO del polacco Jerzy Skolimowski, candidato all'Oscar tra i film internazionali. Vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes, Eo (che è anche una produzione italiana con Alien Films), rilegge un classico di Bresson, Au hasard Balthazar. E' la storia di un asino di nome EO, che liberato da un circo polacco inizia un viaggio attraverso l'Europa fino a giungere in Italia, un film poetico e drammatico, dolceamaro, tutto vissuto nella testa dell'asino, animale intelligente, sensibile, costretto allo spettacolo dell'umana insensatezza.
Oltre a Zurzolo il cast include Sandra Drzymalska e Isabelle Huppert. "Sembrerà una banalità ma andare alla notte degli Oscar è un sogno che si realizza. Ho seguito - racconta in un' intervista all'ANSA - le nomination in diretta e quando è stato citato EO ho esultato come un pazzo e immediatamente ho sentito Skolimowski che, ad 84 anni, è di una vitalità eccezionale e sul set si muove, interviene, salta qua e là con una passione da adolescente impressionante. La lavorazione è stata un' esperienza fantastica, solo lavorare a questo film è stato un traguardo, la candidatura è un onore che mi fa emozionare". Zurzolo prepara la valigia per gli States e intanto lavora sul set di un nuovo film. Quale? Titolo e ruolo segreti, ma secondo quanto si apprende si tratterebbe di una parte importante in M. IL FIGLIO DEL SECOLO, dall'omonimo romanzo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega e bestseller internazionale, che racconta la nascita del fascismo in Italia e l'ascesa al potere del Duce, con Luca Marinelli protagonista. Diretta da Joe Wright e prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures (Fremantle), è tra le novità più attese della stagione. Il giovane attore, 23 anni a marzo e già tanti lavori (tra cui Sotto il sole di Riccione, che pure gli ha dato popolarità) è reduce dal set di LA STORIA, la serie tv tratta dall'omonimo romanzo di Elsa Morante per la regia di Francesca Archibugi. Nata da una coproduzione tra Picomedia e la società francese Thalie Images in collaborazione con Rai Fiction, la serie è interpretata da Jasmine Trinca nel ruolo della protagonista Ida Ramundo, insieme a Valerio Mastrandrea, Elio Germano, Asia Argento. "Sono Davide Segre - anticipa - un anarchico di famiglia ebrea che non ha simpatia per la guerra né per i fascisti e quando la famiglia viene deportata in un campo di concentramento lui scappa unendosi ai partigiani: un ruolo che mi ha fatto riflettere pensando ad un giovane, come posso essere io oggi, che vive in una situazione completamente diversa. Avere vent' anni in quegli anni ti poneva davanti scelte importanti e ti faceva diventare subito uomo". Zurzolo, che i giovani riconoscono e fermano per strada, non fa fatica a definirsi un figlio delle serie tv che sono state il suo trampolino di lancio a cominciare da Baby, la prima serie italiana di Netflix: "un incredibile trampolino per i ragazzi della mia età. Io personalmente sono sempre stato determinato: ho cominciato a 7 anni per divertimento con i provini per una pubblicità con Totti. Sono tifosissimo della Roma, mi presero, mi piacque e da allora ho continuato. Mi piace cambiare, cercare di fare cose stimolanti, diverse, smarcarmi dall'etichetta di bell'attore da serie teen. Ho continuato a 12 anni con LA FAMIGLIA PERFETTA di Paolo Genovese e da quel momento ho cominciato la mia formazione a teatro, poi con una compagnia, i Piccoli per caso, tutti minorenni abbiamo anche recitato con Albertazzi al teatro Ghione di Roma in Pinocchio. Con Baby poi la svolta: ho deciso che questo era il mio mestiere". Nel suo curriculum già ricco anche PRISMA, la serie di formazione di Prime Video scritta da Ludovico Bessegato (Skam Italia) e Alice Urciuolo e prodotta in Italia da Cross Productions di Rosario Rinaldo per Amazon Studios. "Ancora una serie ma - dice - con un ruolo diverso da tutti gli altri: Daniele, un ragazzo delle case popolari di Latina che nasconde una fragilità che verrà fuori quando comincia sui social una relazione". (ANSA).
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