Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Sofia Balestra, addio alta moda, non ha più senso

Con le sue creazioni di alta moda, nonno Renato vestiva la first lady filippina Imelda Marcos, le principesse arabe, la regina della Thailandia. Ma quel mondo "non esiste più", e per Sofia Balestra oggi darsi all'haute couture non ha più senso: "io voglio vestire tutti" dice convinta la nipote del celebre stilista triestino, che fondò la sua maison nel 1958 a Roma, dove è morto lo scorso novembre.
Oggi la Renato Balestra non esiste più: da un anno il marchio, infatti, ha perso il nome di battesimo del fondatore. A guidare il nuovo corso, la 35enne Sofia, laurea all'Università la Sapienza di Roma in Lettere e giornalismo, master in Storia dell'Arte Contemporanea. L'ingresso in azienda nel 2010, per la promozione dell'alta moda sul mercato statunitense. Nasce in quel momento l'idea di "quella che a oggi considero la mia più grande impresa portata a termine: ho ricercato, selezionato, raccolto e catalogato - racconta - oltre 40mila fra bozzetti, disegni e foto dell'opera di Renato Balestra. Nel 2019, questo corpus archivistico è stato riconosciuto dalla Soprintendenza Ministeriale di interesse storico rilevante per la salvaguardia del patrimonio culturale del Paese". E' stato proprio questo lavoro di ricerca ad appassionare Sofia, fino a portarla a diventare direttrice artistica del brand, con il desiderio di "portare il marchio nel mondo e farlo conoscere alle nuove generazioni".
"Negli 8 anni di lavoro sull'archivio, parlando con alcune vecchie clienti, ho capito - racconta oggi, presentando a Milano la collezione di pret-a-porter per il prossimo inverno - chi era mio nonno e cosa faceva: lui creava abiti per una donna fresca, seducente, femminile, vestiva la gioia di vivere degli anni Sessanta. Oggi noi invece raccontiamo una storia di resistenza e di rinascita dopo momenti molto difficili". Di questo parla anche la nuova collezione, ispirata alla terra e che ha come simbolo la ginestra, "l'unico fiore che cresce persino sui vulcani", declinata in quel punto di blu che porta il nome della maison e che fa da trait d'union tra passato e presente. "Più che allo stile del nonno - sottolinea la nipote - ho guardato alla sua cultura, all'amore per la qualità dei tessuti e per la perizia dei tagli". Qualche richiamo all'archivio emerge qua e là, come nel motivo a fiamme degli abiti da sera, delle giacche da smoking e del chiodo di pelle, ma la collezione pensa più a un lifestyle contemporaneo fatto di "abiti versatili pensati per durare nel tempo: indosso ancora capi di quando avevo 15 anni, i miei se li devono poter mettere le mie figlie". Questo anche grazie alle lavorazioni che vengono dall'alta moda, come i drappeggi degli abiti in jersey laminato da portare da mattina a sera, magari con il trench con coprispalle effetto rettile che si può staccare e usare a parte. Dall'anno prossimo ad abiti e gonne faranno compagnia anche scarpe e borse, cui dovrebbero seguire gli occhiali, ma "senza fretta", così come non ce n'è per il debutto in passerella. Tra le prossime tappe, nel 2024, una mostra per il centenario della nascita di nonno Renato, pensata per portare il nome Balestra nel mondo.

Caricamento commenti

Commenta la notizia