Il tappeto di Sarule al centro di un progetto di valorizzazione voluto dal Comune. Icona del paese barbaricino, identitario, è un ricercato elemento di design. Da qui l'idea di dar vita, a partire dal 6 febbraio, ai corsi di tessitura rivolti ai sarulesi. "Puntiamo a preservare l'arte antica della tessitura e a stimolare lo sviluppo di nuova impresa sostenibile", ha detto il sindaco di Sarule Paolo Ledda.
Saranno le tessitrici del paese, custodi di quest'arte, a tramandare le antichissime tecniche del telaio verticale, attualmente ancora in uso a Sarule come a Nule. "Per creare il tappeto sarulese si utilizza solo la lana di pecora, sia per l'ordito che per la trama, tinta con le erbe - spiega Carmela Brandinu, tessitrice di Sarule e insegnante del corso - tra i disegni tipici de "sa burra", il tradizionale tappeto sarulese, c'è il calice, la rosa, uccellini, poi il simbolo de sas menduleddas, le mandorle, creato con un disegno a diagonale. I colori sono accesi, tra i tanti prevale il giallo e il nero, ma c'è anche il rosso, azzurro, verde, rosa, marrone". Ma nei tappeti e arazzi di Sarule, lavorati al telaio, convivono due anime. Quella identitaria e quella contemporanea, eredità artistica di Eugenio Tavolara (1901-1963). Si ispira a un tappeto disegnato dal designer sassarese "Rombi grandi, righe e stelle" il nome del corso di 150 ore. Tavolara, da direttore dell'Isola, Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano, ha dialogato con le tessitrici di Sarule e innovato motivi e disegni, tutt'ora riproposti dalle maestrie locali. "Da quella collaborazione sono nati alcuni dei tappeti più belli della produzione Isola. A Sarule, poi, Costantino Nivola ha fatto tessere i suoi arazzi da esporre a New York", sottolinea l'assessore alla Cultura Luca Cheri. Un'evoluzione delle forme della tradizione nel tessile che ha creato un ponte tra la Sardegna il mondo e fatto incontrare questo prezioso patrimonio locale con il gusto moderno. Il Comune guarda a quella fertile stagione per farla rivivere anche attraverso un progetto parallelo, "Tempo Artigiano". "Sviluppato con il designer Giulio Iacchetti e la Fondazione Nivola - spiega Cheri - punta ad attivare sinergie fra designer contemporanei e artigiani con scambio dei rispettivi know-how in una prospettiva di medio e lungo termine". (ANSA).
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