Martedì 26 Novembre 2024

Armani Privé, ecco il mio Rondò Armaniano

© ANSA
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 Un ballo in maschera a Venezia, ecco cosa ha ispirato Giorgio Armani nella sua nuova collezione Privè per la Primavera/Estate 2023 presentata a Parigi. Un tripudio di ricami di paillettes, jais, canottiglie e cristalli, di losanghe arlecchiniane e di collari a gorgiera, ricoperti di decori che riflettono le luci, come la laguna veneziana fa con le stelle. Tutto l'opposto del proverbiale minimalismo armaniano che vuole "togliere" piuttosto che "aggiungere" qualcosa ai suoi capi. "Il luogo dell'immaginazione che accoglie questa fantasia Privé, a cui ho dato il nome di Rondò Armaniano - spiega lo stilista 88enne, rispondendo ad alcune domande scritte e rinunciando alla sua consueta conferenza stampa nel back stage - è un ballo in un palazzo rococò, con le luci moltiplicate dalle rifrazioni di cristalli e candelieri. Sono noto come un realista, un pragmatico della moda, ma ho anche un lato più eccentrico e fantasioso. Le losanghe, infatti, passano dagli abiti alla passerella, avvolgono tutto e la musica di sottofondo amplifica l'effetto".
    Le luci della Laguna in passerella. "La mia nuova collezione - prosegue Re Giorgio - è particolarmente preziosa e luminosa. Ho lavorato sulla silhouette, che è lunga, fluida, con giacche piccole, gonne ampie, abiti verticali, ma tutta l'attenzione di questa stagione è sulle superfici ricamate e sul gioco delicato dei colori. L'idea della luce continua nelle piccole gorgiere bianche che incorniciano il volto, un dettaglio che aggiunge un tocco di grazia".
    La palette della nuova collezione è davvero straordinaria.
    Motivi di losanghe ispirate a un dipinto di Arlecchino ritmano le superfici con geometrie colorate di rosa peonia, turchese, verde smeraldo, blu royal. "Il senso cromatico nasce da un dipinto che raffigura Arlecchino - rivela Armani - e che coglie di questo personaggio l'aspetto composto, più che burlone. Ne ho preso ispirazione per creare una palette precisa, in cui i colori non sono mai saturi, e le linee nere sono come tratti a matita che definiscono gli abiti. E poi le losanghe, che mi consentono di creare composizioni molto vive. (ANSA).
   

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