''La cabina è una piccola cosa, è la riduzione della casa, è l'idea della casa''. Così Aldo Rossi spiegava come elaborò negli anni Settanta la sua celebre cabina-armadio ispirandosi alle strutture notate in spiaggia durante un suo soggiorno all' Isola d' Elba. L'architetto milanese tracciò il primo progetto di quattro esemplari per Molteni&C. che furono presentati al Salone del Mobile nel 1980 e due anni dopo avviò la realizzazione della versione definitiva della Cabina dell'Elba in collaborazione con l'atelier di produzione artigianale di Bruno Longoni. A distanza di 40 anni la Galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura di Milano ricorda dall'8 novembre al 29 dicembre quel passaggio professionale del maestro del design, morto nel 1997, con una mostra a pochi giorni dalla chiusura della grande rassegna che gli ha dedicato il Museo del Novecento.
Rossi disse di aver pensato a questi armadi rifacendosi alle cabine notate fin da quando era bambino sull'isola toscana e ad alcuni disegni eseguiti durante una vacanza più recente. Gli sembravano ''una dimensione minima del vivere, una impressione dell' estate, mi piace l' idea che diventino un paesaggio interiore'', annotò precisando di avervi trovato dentro una specie di riassunto o riduzione dell' architettura. ''In realtà - spiegò nel 1992 - mi ero semplicemente accorto del carattere particolare e universale delle cabine poste sulle spiagge, non solo dell' Elba. Il problema non è quello di vedere ma di guardare, fino ad appropriarsi dell'immagine, e attraverso l'immagine della cosa. Così ho incontrato migliaia di cabine, dalle spiagge del Mediterraneo alla California, all?Argentina. E con piacere ho visto ripetizioni della mia cabina, ma non le considero copie, anzi è come rivedere le cose e riscoprire la sorpresa''.
La cabina - osservano i curatori - resta un modello esemplare della sua ricerca sulla scala e della sua volontà di trasferire motivi architettonici nello spazio domestico. ''Le cabine erano un'architettura perfetta - scrisse Rossi nella sua autobiografia - ma anche si allineavano lungo la sabbia e strade bianche in mattine senza tempo e sempre eguali. Posso ammettere che esse rappresentano qui un aspetto particolare della forma e della felicità: la giovinezza. Ma questa questione non è essenziale anche se è legata agli amori delle stagioni marine''. Quel mobile contenitore a strisce alterne era stato pensato nei colori rosso e bianco, bianco e blu, azzurro e rosa. Per questa mostra la galleria ha realizzato, in collaborazione con gli Eredi Aldo Rossi e il supporto scientifico della Fondazione Aldo Rossi, un'edizione di nove miniature della Cabina dell'Elba partendo dal modello di studio realizzato da Bruno Longoni Atelier d'arredamento con Rossi nei primi anni ottanta. Oltre alle nove riproduzioni in legno dipinto con rifiniture di metallo - cm 22 x 8 x 5,5 - saranno esposte anche quattro prove d'artista e alcuni disegni originali dell'architetto. Nel 1992, parlando dell' amico che continuava a costruirla nel suo atelier di Cantù, ossi osservò: ''La costruisce ora e ancora la reinventa come può farlo solo la manualità, legata alla fantasia, dell'artigiano. Ho osservato le sue piccole costruzioni ancora con sorpresa. Se diverse persone fanno la stessa cosa, dice un detto popolare, non è la stessa cosa. Ma la cabina di Bruno Longoni è la più simile a quella che io immaginavo". Rossi la considerava un ottimo mobile che serve molto alla casa. ''Mi interessa molto questa piccola casa, ridotta, dove anche i movimenti dell' uomo sono limitati - disse in una intervista nel 1983 - questa forma così perfetta ed economica appartiene al mondo delle barche e del mare che io amo molto e si unisce benissimo all' impressione dell' estate. Più che l' effimero riguarda ciò che cambia rimanendo se stesso''.
(ANSA).