Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

L'influenza del Giappone sull'artigianato in Europa, Homo Faber a Venezia

Quindici spazi espositivi dedicati ai mestieri d'arte, opere originali di oltre 400 artigiani e designer provenienti da 40 Paesi, 850 manufatti in rappresentanza di 110 mestieri diversi. Sono questi i numeri della seconda edizione di Homo Faber, monumentale evento espositivo organizzato a Venezia dalla Michelangelo Foundation, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Ciniia, che quest'anno avrà un focus sul Giappone e i suoi maestri artigiani. L'evento, in programma dal 10 aprile al primo maggio, è stato presentato all'isola di San Giorgio Maggiore. Gli artigiani selezionati quest'anno rappresentano la varietà di mestieri, culture e talenti umani, provenienti da tutto il mondo e da diverse generazioni: dai giovani artigiani che prendono in mano le redini di un'azienda familiare, ai maestri di lunga esperienza che condividono le loro competenze con le nuove generazioni. Tra i protagonisti delle esposizioni, sviluppate su oltre 4mila metri quadrati, ci sono un ceramista franco-beninese che con il suo lavoro cerca di mettere in connessione diverse culture, una lavoratrice del cuoio britannica che dà nuova vita alle tradizionali tecniche della selleria, e una coppia di falegnami originaria dell'Afghanistan, che racconta la storia della loro terra intagliando a mano giochi della tradizione.
'Fil rouge' di tutto l'evento è l'influenza del Giappone e dei suoi maestri sull'artigianato europeo, a partire dal design della porcellana e fino ai beni di lusso; i visitatori potranno accostarsi alla cultura giapponese a 360 gradi, partecipando anche a laboratori che presentano l'arte dell'ikebana, o alla cerimonia del tè. Per la prima volta, Homo Faber si spinge oltre i confini dell'isola di San Giorgio, per permettere al pubblico di sperimentare l'artigianato nascosto tra i canali di Venezia, visitando più di 100 tra laboratori artigianali, manifatture e musei della città. "Celebriamo, attraverso vari e molteplici linguaggi, la bellezza e il valore delle professioni d'arte. - ha spiegato Giovanni Bazoli, presidente della Fondazione Giorgio Cini - La base di partenza è la grande tradizione di sapienza e operatività artigianale e da qui si avvia la ricerca libera e creativa di nuove forme di espressioni culturali, a beneficio delle nuove generazioni"

Caricamento commenti

Commenta la notizia