Domenica 17 Novembre 2024

Sorpresa, c'è del buono anche nel 2020

Coronavirus: striscioni di solidariet? a medici, infermieri, volontari - © ANSA
Coronavirus, La spesa sospesa a Genova - © ANSA
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Coronavirus La spesa sospesa a Codogno - © ANSA
Volontari della Comunit? di Sant’Egidio - © ANSA

Un anno orribile. Non c'è dubbio che il Covid diffuso in tutto il mondo, con oltre 73mila vittime in Italia e 1.8 milioni nel mondo, ci abbia fatto vivere un 2020 incredibile con le strade deserte, i cittadini rinchiusi a casa, con le scuole chiuse e gli uffici differiti nelle abitazioni, un anno che si porterà dietro una brutta fama nei libri di storia e nei nostri racconti futuri, quell''io c'ero' a sottolineare l'importanza storica dell'annata, come quando dai nonni ha sentito dire del giorno in cui bombardarono Roma, San Lorenzo, nella città del papa dove nulla sarebbe mai potuto accadere di tragico. Eppure, a costo di retorica, c'è del buono in questo anno che finisce, anzi proprio, incredibile a dirsi, del bello.
Nelle situazioni di emergenza, con il carico emotivo, con l'istinto di compartecipazione siamo da sempre generosi: dall'immagine storica dell'alluvione di Firenze del 66 per salvare il patrimonio alle coperte e roulotte donate ai tempi del terremoto dell'Irpinia del 1980 quando volontari a centinaia partirono da ogni città per andare ad aiutare i paesi del sisma tra la neve.
Ma qui questa generosità di cui siamo capaci è andata oltre: qui l'emergenza dura da un anno ed è questo che fa la situazione del 2020 diversa da tutte le altre precedenti. Spontaneamente, immediatamente e poi per mese per mese, è fiorita una straordinaria rete di aiuti, molto spesso di mutuo soccorso che è un grande valore civico con una storia da non dimenticare.
Nessuno si salva da solo, è stato detto da tanti, da papa Francesco in giù, e così è stato: il 2020 dovrà essere ricordato anche per il bello che ha saputo tirar fuori da tutti noi, da noi che abbiamo lasciato la spesa sospesa nei supermercati non una volta ma tutte le volte, dai volontari che hanno preparato i pacchi da distribuire alle famiglie, migliaia, che si sono trovate e si trovano in grandi difficoltà. Ci sono stati gli aiuti di Stato e quelli delle organizzazioni come la Caritas, ma migliaia sono state le piccole donazioni fatte da persone che solo per caso e per poco si sono trovate a vivere un poco meglio di altre, persone che hanno dedicato tempo, energie a dare conforto, anche piccoli aiuti come portare le medicine,  fare telefonate di supporto psicologico contro la solitudine, come alcuni esempi raccontati nel corso di quest'anno su #ANSALifestyle.
Un'onda bella, generosa, spontanea ha scosso le coscienze di tantissimi: tutti sulla stessa barca ad affrontare la pandemia.
La crescita della disoccupazione provocata dalla pandemia da Covid-19 ha aumentato drammaticamente il numero di persone in grave difficoltà economica. I pasti distribuiti dalla Comunità di Sant'Egidio a Roma sono passati da 7.500 al mese a quasi 19 mila. Ma parallelamente è anche cresciuta la solidarietà, con un notevole aumento delle persone che fanno volontariato, tra cui molti giovani, ha detto pochi giorni fa Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio.
«Abbiamo calcolato - spiega Marco Impagliazzo - che le persone che si sono rivolte alle nostre mense sono almeno due volte e mezzo in più: prima distribuivamo 7.500 pacchi alimentari al mese, adesso 18.750 al mese. Da marzo a ottobre abbiamo distribuito 150 mila pacchi. Il Censis parla di 5 milioni di italiani in povertà assoluta, 1,7 milioni di famiglie, e di 500 mila posti di lavoro persi in un anno». Solo a Roma, Sant'Egidio ha moltiplicato i centri di distribuzione, che sono passati da tre più la mensa di via Dandolo a Trastevere (che ora deve distribuire pasti pronti in mono-porzioni senza poterli far consumare all'interno) a 28 centri, distribuiti soprattutto in periferia. In tutta Italia sono 50. E parallelamente si registra una crescita della solidarietà: «C'è una moltiplicazione delle forze del volontariato e della società civile. Un segnale molto importante, anche perché molti sono giovani e giovanissimi, che magari si mettono a disposizione per le raccolte nei supermercati». Ed è aumentato anche il sostegno economico dal mondo imprenditoriale.

Alberto Campailla, che è il presidente di Nonna Roma una delle associazioni in prima linea nella capitale, nata da un gruppo di giovani in un garage di Villa Gordiani sulla Via Prenestina, periferia est di Roma, ben prima della pandemia, per aiutare famiglie in difficoltà e diventata una sorta di porta bandiera della solidarietà del 2020, ci conferma: "non saremmo stati in grado di andare avanti tutto quest'anno senza donazioni economiche che sono arrivate a migliaia di euro dai cittadini, una solidarietà concreta diretta, cui si è aggiunta la spesa sospesa che dai primi giorni del lockdown, noi come tanti altri, stiamo continuando a raccogliere". Ogni cosa è documentata: sulla pagina facebook del progetto di Nonna Roma sono centinaia i ringraziamenti di persone, tante madri con figli, famiglie in difficoltà a mettere a tavola un piatto di pasta, che raccontano, anzi testimoniano cosa è stato fatto in un meccanismo di mutuo soccorso. "E chi abbiamo aiutato in molti casi ora viene ad aiutare gli altri", dice con orgoglio Campailla che nel racconto di quest'onda anomala sottolinea come il primo motore siano stati i giovani, quella generazione sotto i 35 anni, afferma, tutt'altro che indifferente. Nonna Roma è un esempio di decine e decine in tutta la Capitale e in tutta italia, una rete capillare sorta spontaneamente nei quartieri, nel piccolo: dal fornaio che dona il suo pane alla mensa dei poveri, al farmacista che carica nel camion dei volontari i pannolini per i neonati, un effetto domino, un patto di comunità.
Mai come quest'anno al centro di tutto c'è stato un atteggiamento di ascolto e di attenzione a chi stava peggio di noi. E non è poco ma tanto perchè da senso al dolore vissuto, alle angosce di un anno terribile, alle sofferenze di chi ha avuto lutti, alla precarietà sul futuro che non ci lascerà con la fine dell'anno. Questa generosità, questa solidarietà, questa consapevolezza che nessuno mai si può salvare da solo dureranno? Saranno valori acquisiti? E' la grande sfida che abbiamo davanti e che si può vincere solo ad un patto: che la lotta alle disuguaglianze sia al centro di un nuovo modello sociale

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