BRUXELLES - Campania (53,6%), Sicilia (53,6%) e Calabria (52,7%) sono fra le regioni europee con il più alto tasso di disoccupazione giovanile fra i 15 e i 24 anni. Lo rivela Eurostat, che inserisce le tre regioni del Mezzogiorno negli ultimi 10 posti su 280 regioni monitorate nel 2018 in tutta l'Unione, dove la media è del 15,2%. La Calabria (21,6%) ha anche l'11/ma percentuale più alta fra i territori europei anche per quanto riguarda la disoccupazione della popolazione fra i 15 e i 74 anni. La media europea è del 6,9%.
Se sia in Campania (settima peggiore in Ue) che in Calabria (nona) il dato sulla disoccupazione giovanile è una mezza buona notizia perché in calo rispetto al 2017, rispettivamente di 1,1 e 2,9 punti percentuali, in Sicilia (settima) invece è salito dello 0,7%. La regione risulta così in controtendenza rispetto all'intero Paese, dove la disoccupazione fra i 15 e i 24 anni è scesa dal 34,7% del 2017 al 32,2% del 2018. Nel 2014 era al 42,7%: in quattro anni è calata di oltre 10 punti percentuali, ma resta comunque il doppio della media Ue, dove solo meno di un giovane su sei non lavora (15,2%). Allargando invece lo sguardo alla fascia di età fra i 15 e i 74 anni, sono cinque le regioni italiane dove il tasso di disoccupazione supera il 13,8%, cioè il doppio della media europea (6,9%). Oltre alla Calabria, dove il 21,6% è stabile dal 2017, ci sono Sicilia (ferma al 21,5% dal 2017), Campania (scesa dal 20,9% al 20,4%), Puglia (16,1%, ma scesa dal 18,9%), e Sardegna (15,4%, in calo dal 17%). In tutta l'Unione sono 30 le regioni a essere in questa situazione: oltre alle 5 italiane ce ne sono 12 in Grecia, 8 in Spagna e 5 in Francia. In particolare, le percentuali peggiori riferite a tutte le fasce di età si registrano nei territori d'oltremare francesi Mayotte e Guadalupa, nelle enclave spagnole in Marocco Ceuta e Melilla, e nella Macedonia occidentale (Grecia). Il tasso medio di disoccupazione in Italia è invece del 10,6%. La prima della classe è la Provincia autonoma di Bolzano, dove il dato è sceso dal 3,1% del 2017 ad appena il 2,9%.