Sabato 28 Dicembre 2024

Gli agricoltori dell'Est Europa in strada a Bruxelles

Gli agricoltori dell’Est Europa in strade a Bruxelles

BRUXELLES - Un centinaio di agricoltori provenienti da Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania e Ungheria stanno manifestando davanti ai palazzi della Commissione europea e del Consiglio Ue per il crollo dei prezzi a livello regionale dovuta alle importazioni di cereali e altre derrate alimentari a dazio zero dall'Ucraina.

La manifestazione si svolge con il sostegno di Copa e Cogeca, le organizzazioni maggiormente rappresentative degli agricoltori Ue. "Le organizzazioni nazionali hanno la nostra solidarietà, perché quello che accade non è un problema locale, ma dell'Ue", spiega il segretario generale delle organizzazioni Pekka Pesonen -

"L'Ue deve assicurare che le derrate arrivino ai Paesi terzi, che anche se passano dal territorio Ue non turbino il mercato interno e che si facciano controlli alle frontiere con l'Ucraina perché oggi entrano anche derrate che non hanno i requisiti minimi di sicurezza per gli aiuti alimentari, e serve un vero piano infrastrutturale per l'Est Europa, che al momento è come se non facesse parte del mercato interno", aggiunge. Prevista la lettera alla Commissione europea al termine della manifestazione in cui si chiedono altri interventi per risolvere la situazione.

La Commissione europea è "ancora in attesa" che l'Ungheria "ritiri le restrizioni unilaterali" all'import delle derrate di grano dall'Ucraina "per poter procedere" con il via libera al secondo pacchetto di aiuti da 100 milioni di euro concordato con i Paesi dell'Est, ha detto una portavoce dell'esecutivo Ue durante il briefing quotidiano con la stampa. "C'è ancora un Paese che non ha ritirato le restrizioni, e si tratta dell'Ungheria", ha evidenziato la portavoce, precisando che la revoca delle misure unilaterali fa esplicitamente parte dell'accordo concluso a fine aprile con Budapest, Varsavia, Bratislava, Bucarest e Sofia.

L'Ue, ha aggiunto la portavoce, dispone ancora di circa metà della sua riserva agricola da 450 milioni di euro per sostenere i Paesi alle prese con il crollo dei prezzi a causa dell'ingresso di cereali a dazio zero di Kiev o altri problemi in settori chiave come vino, prodotti lattiero-caseari, pollame, frutta e zucchero.

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