BRUXELLES - La Commissione europea sta preparando un nuovo pacchetto di aiuti che potrebbe arrivare a 75 milioni di euro dalla riserva di crisi Pac, per alleviare la pressione sui prezzi dei cereali nei Paesi confinanti con l'Ucraina. E' quanto si apprende da fonti vicine al dossier. Il tema dello stop al grano ucraino, annunciato da Polonia e Ungheria a tutela dei propri produttori, sarà sul tavolo del Comitato Speciale Agricoltura (l'organo che prepara i Consigli Affari Agricoltura dell'Ue) che si riunisce e oggi e - come spiega un alto funzionario dell'Ue - sarà in agenda alla prossima riunione dei Rappresentanti Permanenti dei 27 in settimana.
"Il tema posto da Polonia e Ungheria c'è, ci attendiamo che la Commissione avanzi una proposta per gestirlo", sottolinea la stessa fonte rimarcando come esistano "problemi logistici, anche legati ai costi di trasporto" che non permettono al grano in arrivo in Polonia e Ungheria di essere poi ri-esportato nei Paesi extra-europei. "Dobbiamo trovare il modo per garantire questo ri-esport o fornire compensazioni", ha detto l'alto funzionario.
Gli Stati interessati dovrebbero essere Bulgaria, Polonia, Ungheria, Romania e Slovacchia. In riferimento alla situazione dei prezzi dei cereali dovuti alle importazioni dall'Ucraina via "corridoi della solidarietà", l'Ue ha già attinto dalla riserva di crisi della Pac, da 500 milioni l'anno, per erogare oltre 56 milioni a Varsavia, Sofia e Bucarest. In particolare alla Polonia erano andati 29,5 milioni di euro. In precedenza, altri 17,5 milioni di euro dalla riserva erano andati allo stesso Paese per le misure anticrisi dell'influenza aviaria. Sempre dalla stessa riserva erano stati stanziati anche 27,7 milioni di euro per l'aviaria in Italia.
"Il governo ha deciso oggi di vietare l'importazione dei prodotti agricoli e alimentari dall'Ucraina in Polonia", aveva annunciato nel weekend Jaroslaw Kaczynski il leader del partito al governo Diritto e giustizia (Pis) durante il comizio elettorale a Lyse, un comune agricolo al nord della Polonia. Kaczynski, che attualmente non ha nessun incarico governativo, ha assicurato che il suo Paese "resta amico e alleato di Ucraina" ma che "deve difendere gli interessi dei propri cittadini" perché teme una crisi che dalla campagna potrebbe estendersi in tutto il Paese. Ad essere interessato dal divieto sarà innanzitutto il grano ucraino.
Secondo il leader del Pis, Varsavia è pronta ad avviare un accordo bilaterale con Kiev per fermare l'esportazione del grano ucraino verso la Polonia. Il nuovo ministro dell'Agricoltura Robert Telus ha precisato che l'annuncio dato dal presidente del Pis è un segnale all'Unione europea che dovrebbe creare gli strumenti adatti per distribuire i prodotti agricoli ucraini fra tutti i Paesi dell'Europa e non solo quelli confinanti con l'Ucraina. Intanto continua la protesta degli agricoltori polacchi che a Hrubieszow (località alla frontiera polacco-ucraina) bloccano l'ingresso dei treni che portano grano senza dazi, causando un forte calo di prezzi di acquisto di questo prodotto in Polonia. Secondo l'opinione pubblica locale la questione ha già provocato una notevole perdita di popolarità del partito di Kaczynski fra gli agricoltori, perdita che non è stata fermata dalla dimissione del ministro Henryk Kowalczyk, sostituito il 6 aprile scorso da Telus.
Anche Budapest nel fine settimana ha annunciato una stretta all'import di grano ucraino se non vi sarà un intervento dell'Ue per tutelare i mercati interni dei Paesi dell'Europa nord-orientale dall'ingresso di prodotti agricoli ucraini a basso costo. Ieri è stato il governo polacco ad annunciare lo stop all'import del grano ucraino. "Il governo è impegnato a rappresentare gli interessi della comunità agricola ungherese, ed è per questo che, in assenza di misure sostanziali da parte dell'Ue, come la Polonia, vieterà temporaneamente l'importazione di grano e semi oleosi dall'Ucraina e di diversi altri prodotti agricoli in Ungheria", ha annunciato il ministro dell'Agricoltura del governo Orban Istvan Nagy.
Su un nuovo pacchetto di sostegni per alleviare la pressione sui prezzi dei cereali nei Paesi confinanti con l'Ucraina "speriamo che la proposta venga presentata molto rapidamente nei prossimi giorni", ha detto inoltre una portavoce della Commissione europea nel corso del briefing con la stampa confermando che l'esecutivo Ue è al lavoro su una iniziativa al riguardo. "Siamo consapevoli dell'impatto" e delle "preoccupazioni di questi Paesi ed è per questo che stiamo discutendo un secondo pacchetto di sostegni", ha affermato, dopo che nel weekend Polonia e Ungheria hanno annunciato uno stop al grano ucraino.
Dopo la proposta dalla Commissione servirà che "venga adottata dagli Stati membri, per cui ci vorrà un po' più di tempo - ha ricordato la portavoce -. Non dimentichiamo che la prima misura è stata proposta dalla Commissione il 20 marzo ed è stata adottata dagli Stati membri il 30 marzo, per cui l'adozione è stata abbastanza rapida e ci aspettiamo lo stesso per la seconda misura di sostegno".
Nella proposta di proroga di un anno delle importazioni a dazio zero di cereali dall'Ucraina "abbiamo già rafforzato la clausola di salvaguardia" per i produttori europei e "non c'è motivo di modificarla", ha detto la portavoce per il commercio e l'agricoltura della Commissione europea Miriam Garcia Ferrer rispondendo alle domande dei giornalisti sull'annuncio di Polonia, Ungheria e Bulgaria di voler bloccare le importazioni di derrate alimentari via "corridoi di solidarietà" dall'Ucraina.
I Paesi chiedono una clausola di salvaguardia per reintrodurre i dazi. Nel nuovo provvedimento che estende la sospensione dei dazi, ha spiegato la funzionaria, la clausola "che consente di reintrodurre i dazi è stata rafforzata, con un robusto monitoraggio sulle importazioni e sul loro impatto, la riduzione da 6 a 3 mesi del periodo di investigazione per decidere di usarla e una procedura più facile per attivarla da parte dei produttori Ue". Per questo, ha concluso Ferrer, "non c'è motivo di modificare la proposta che speriamo sia approvata quando prima".
Nel frattempo l'alto rappresentante della Politica estera Ue, Josep Borrell, ha annunciato che "la Russia sta nuovamente bloccando 50 navi nel Mar Nero con a bordo grano urgentemente necessario. L'Ue sostiene gli sforzi delle Nazioni Unite e continuerà a facilitare le esportazioni attraverso le sue corsie preferenziali, che hanno portato 25 miliardi di tonnellate di grano nel mondo". "Le conseguenze della guerra in Ucraina riguardano tutti noi" e che "il G7 resta unito nel nostro sostegno all'ordine basato sulle regole e nell'ambizione di lavorare a stretto contatto con i nostri partner in tutto il mondo a questo scopo", ha scritto su Twitter.