BRUXELLES - Il premio 'Giusto tra le nazioni', conferito dal Yad Vashem, l'Ente nazionale israeliano per la memoria della Shoah, è stato assegnato a Pacifico Marchesini, funzionario dell'Ambasciata italiana all'Aja che nel 1942 si adoperò per salvare due famiglie di ebrei in fuga dallo sterminio nazista. A ricevere l'onorificenza postuma il figlio Bino, in una cerimonia organizzata dall'ambasciata d'Italia all'Aja che si è svolta presso la Sinagoga Liberale della capitale olandese.
Alla cerimonia sono intervenuti numerosi membri delle due famiglie, Dunkelgrün e Goudsmit, oltre a rappresentanti dell'ambasciata d'Israele in Olanda e all''ambasciatore d'Italia nei Paesi Bassi Giorgio Novello. Pur non avendo lo status di diplomatico, Marchesini utilizzò di nascosto la vettura dell'Ambasciata per passare i posti di blocco controllati dai nazisti, riuscendo a portare due famiglie di ebrei ad Anversa, in Belgio, da cui proseguirono verso la Svizzera.
Delle quindici persone messe in salvo da Marchesini, quattro furono arrestate, deportate e uccise durante il viaggio. Il 16 settembre 1943 la famiglia Marchesini fu internata all'allora Badhotel di Baarn insieme ad altri oppositori italiani, per poi essere trasportata in treno in Italia, un viaggio estenuante che costò a Pacifico una paralisi. Rientrato nei Paesi Bassi dopo la guerra, Marchesini si sposò e tornò al suo lavoro presso l'Ambasciata.