Parigi – In Francia arriva la ‘Carta degli Imam’ per porre fine al fondamentalismo islamico, all’Islam politico e alle ingerenze straniere che da esso derivano. La svolta è arrivata dopo la decapitazione di Samuel Paty, l’insegnante di banlieue barbaramente ucciso lo scorso autunno per aver mostrato ai suoi alunni le vignette di Charlie Hebdo su Maometto: un attentato al cuore dei valori fondanti della Francia e dell’Europa e che poche settimane dopo indusse il presidente Emmanuel Macron ad invocare un’azione rapida da parte del Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm), l’organismo che rappresenta i musulmani di Francia.
La ‘Carta dei principi” dell’Islam francese appena adottata è un “impegno netto, chiaro e preciso a favore della Repubblica”, ha commentato Macron, che ha ricevuto i responsabili musulmani all’Eliseo, nel giorno in cui è cominciata all’Assemblée nationale l’esame della legge sul cosiddetto “separatismo”, che mira a mettere ordine nell’esercizio del culto islamico. Da parte sua, il presidente del Cfcm, Mohamed Moussaoui, ha garantito “la ritrovata unità” dell’organismo, composto da nove federazioni spesso lacerate da dissidi interni. Per lui, il documento rappresenta “un passo storico” verso il tanto sospirato ‘Islam di Francia’. “Abbiamo ribadito al presidente la nostra volontà di attuare al più presto il consiglio nazionale degli Imam per poter cominciare il vero lavoro, quello di poter certificare gli Imam, chiarire il loro status, la loro missione e proteggerli dagli Imam autoproclamati”.
Il documento adottato dalle federazioni musulmane riafferma, tra l’altro, “il principio di uguaglianza uomo-donna” e la “compatibilità” della fede musulmana con l’ordinamento repubblicano. Dopo diverse settimane di duro dibattito interno, diversi dirigenti del Consiglio hanno dunque trovato un accordo, come chiesto dal governo, ma ancora manca la firma di tre federazioni che chiedono di modificare ulteriormente il testo oggetto di critiche e interrogativi. Il sesto articolo dei dieci che compongono la carta è certamente il più complesso: sancisce infatti il “rifiuto di ogni forma di ingerenza e strumentalizzazione dell’Islam a fini politici”. “I firmatari – recita l’articolo – devono respingere chiaramente ogni ingerenza straniera nella gestione delle loro moschee e la missione dei loro Imam”. Un impegno che non sembra trovare il consenso unanime di tutti. Intervistato dalla France Presse, il saggista Hakim El Karoui, autore del libro ‘L’Islam, une religion fran‡aise’, ritiene la Carta “una dichiarazione d’intenti molto lodevole”, ma non mancano le critiche o perlomeno un “paradosso” di fondo. Ovvero il fatto che il Cfcm sia composto a suo avviso da “cinque federazioni finanziate da Paesi stranieri” e “tre federazioni islamiste”. Per lui, la carta chiamata a cambiare l’Islam francese è stata dunque “adottata da persone che hanno interessi contradditori rispetto ai suoi contenuti”.