BRUXELLES - Per l'Italia può valere dai 6,7 ai 10 miliardi di euro la piena flessibilità sull'utilizzo dei fondi strutturali europei che la Commissione Ue si appresta a concedere per rispondere all'emergenza coronavirus. Una volta incassati i via libera finali di Consiglio Ue e Parlamento, i Paesi Ue potranno riprogrammare i fondi della politica di coesione verso settori prioritari come la sanità e il supporto alle imprese. Piena flessibilità sarà garantita per le risorse previste per il 2020, che per l'Italia ammontano a circa 5,3 miliardi. A queste, si potrebbero aggiungere 1,4 miliardi raccolti fra le risorse Ue programmate per gli anni scorsi ma non ancora assegnate o bloccate da contratti in corso, per un totale di 6,7 miliardi.
Se a questi soldi verrà poi aggiunto il cofinanziamento nazionale, la cifra finale potrebbe arrivare a 10 miliardi. Grazie alle nuove norme, però, i Paesi potranno chiedere di non essere obbligati a rispettare tale obbligo. A quanto si apprende, l'Italia dovrebbe fare ricorso alla flessibilità concessa dall'Ue soprattutto per spostare risorse fra settori diversi, e non fra regioni o fondi.