BRUXELLES - "Inizia il percorso per il Green Deal europeo" che vede "l'Italia protagonista". Lo sottolinea il ministro per gli Affari europei, Enzo Amendola, spiegando che il Just Transition Fund, con i suoi 7,5 miliardi, è parte di un'architettura più ampia che prevede una serie di strumenti nel bilancio Ue, leve finanziarie, sinergie tra pubblico e privato per mobilitare 1.000 miliardi di euro in 10 anni. Uno strumento che prevede per l'Italia 364 milioni di allocazioni in grado di mobilitare - ricorda il ministro - investimenti pubblici e privati per oltre 4,8 miliardi.
"Il Fondo di 7,5 miliardi mira a garantire una transizione sociale giusta con ricadute positive per tutti gli Stati membri", aggiunge Amendola spiegando che "le tabelle della Commissione europea, con la previsione di 364 milioni di allocazioni all'Italia a fronte di un contributo pari al 12% del Reddito Nazionale Lordo (vale a dire di circa 900 milioni di euro), sono solo la base - spiega - per una stima, della Commissione UE, "il cui ammontare potrà salire a circa 1,3 miliardi, crescendo fino a 2 miliardi, una volta aggiunto il cofinanziamento nazionale e trasferite le risorse dai fondi strutturali".
Con questo strumento - prosegue il ministro - si potranno inoltre mobilitare ulteriori investimenti pubblici e privati, anche grazie al contributo di InvestEu (lo strumento finanziario che a partire dall'anno prossimo subentrerà al Fondo europeo per gli investimenti strategici o Piano Jucker, di cui l'Italia è stata tra i principali beneficiari) e della BEI, nel contesto dei piani di transizione climatica finalizzati a sostenere l'occupazione e a contrastare gli effetti sociali nei settori industriali ad alta intensità climatica, secondo la Commissione, fino a 4,8 miliardi di euro. "L'Italia - conclude - è in prima linea dal punto di vista della transizione climatica. Avendo raggiunto in anticipo gli obiettivi climatici al 2020 il nostro Paese è nelle condizioni di poter meglio utilizzare le opportunità di sviluppo e crescita offerte dal Green Deal europeo".
Essendo un contributore netto al bilancio Ue come Germania e Francia, l'Italia dovrà versare una quota di risorse maggiore rispetto ai beneficiari netti per alimentare il prossimo bilancio 2021-2027. Da qui discende la stima del contributo di circa 900 milioni per alimentare i 7,5 miliardi di risorse fresche proposte dalla Commissione Ue. La fetta del Fondo di transizione destinata all'Italia, 364 milioni in sette anni, è stata invece calcolata dall'esecutivo comunitario in base a una metodologia che tiene conto di diversi fattori ambientali, occupazionali, e la ricchezza pro capite del Paese. Alla Germania dovrebbero quindi andare 877 milioni di euro, a fronte di un contributo al fondo di circa 1,5 miliardi.
La Francia dovrebbe ricevere 402 milioni di euro dal fondo che alimenterebbe con circa 1,1 miliardo. La fetta più alta delle risorse sarebbe invece destinata alla Polonia, beneficiario netto del bilancio, la cui economia dipende ancora fortemente dall'industria del carbone. La Commissione vorrebbe destinare al Paese 2 miliardi (il massimo consentito per un solo Stato membro) dei 7,5 di dotazione. Le varie caratteristiche del fondo, dalla sua dotazione ai criteri di allocazione, dovranno ora essere discusse dagli Stati membri e anche dal Parlamento europeo per trovare un'intesa prima dell'avvio del prossimo periodo di programmazione europea, nel 2021. Dalla discussione sul prossimo bilancio Ue potrebbe anche emergere qualche variazione dei criteri di contribuzione dei vari Paesi al bilancio stesso.
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