BRUXELLES - "Durante il Consiglio discuteremo del futuro delle politiche sulla migrazione e la sicurezza. Non c'è dubbio che abbiamo bisogno di un nuovo inizio. Questo è l'inizio di un nuovo ciclo politico". Così il neocommissario Ue responsabile del coordinamento delle politiche su migrazione e sicurezza, Margaritis Schinas, al suo arrivo al Consiglio Affari interni. "Una delle priorità più emblematiche della nuova Commissione sarà il nuovo Patto per l'asilo e la migrazione - ha aggiunto - l'Europa ha fatto molto negli ultimi cinque anni ma non tutto.
Dobbiamo completare questa riforma emblematica del regolamento di Dublino, lavorare con gli Stati membri, con i Paesi terzi, proteggere le frontiere, introdurre la solidarietà. C'è molto da fare". Prima dell'inizio dei lavori, Schinas e la commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, hanno incontrato il ministro dell'interno tedesco Horst Seehofer. "Siamo totalmente in sintonia con la Germania. Abbiamo bisogno di questo tipo di accordo con tutti i Paesi, e lavoreremo duro per ottenerlo", ha detto Schinas.
"Avremo incontri bilaterali con tutti i ministri", ha precisato Johansson, "certamente non sarà facile" trovare un compromesso sul nuovo Patto per la migrazione e l'asilo, "ma credo che tutti gli Stati membri abbiano realizzato che non possiamo andare avanti senza questo nuovo accordo sulla politica comune. Credo ci sia uno slancio su questo e lo sfrutterò".
"Abbiamo bisogno di una politica europea comune in materia di asilo, non possiamo continuare a lasciare i Paesi ai confini esterni dell'Europa - come l'Italia, la Grecia, la Spagna e i Balcani occidentali - soli ad affrontare i problemi": così il ministro degli Interni tedesco, Seehofer, arrivando alla riunione con i suoi omologhi a Bruxelles. I Paesi di Visegrad "non possono desiderare sostegno dall'Europa da un lato, e dall'altro rifiutare la solidarietà quando si tratta di accettare rifugiati", ha detto il ministro tedesco. Per riformare la politica europea in materia di asilo è necessario partire dalle "frontiere esterne" e dal "diritto alla protezione" dei rifugiati, ha quindi evidenziato Seehofer, che auspica un primo accordo tra "un numero elevato di Stati" membri, senza "aspettare di trovare un denominatore comune tra tutti i 27".