BRUXELLES - Portare all'Europarlamento le istanze degli esuli istriani, fiumani e dalmati che alla fine del secondo conflitto mondiale furono costretti a lasciare le loro terre a causa delle persecuzioni subite. È l'obiettivo della tavola rotonda 'L'Europa e l'Alto adriatico. Le istanze italiane a trent'anni dalla caduta del muro di Berlino', che si è tenuta oggi in Eurocamera a Bruxelles nel quadro di una serie di iniziative in occasione del Giorno del ricordo, patrocinate dall'eurodeputata di Forza Italia (Fi) Elisabetta Gardini.
"L'idea è che in Europa si possa trovare un canale di comunicazione in cui provare a far sentire la nostra voce", ha spiegato Davide Rossi in rappresentanza della Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati. Rossi ha ricordato che, con il Trattato di Pace del 1947, "l'Italia si era obbligata" a risarcire gli esuli, anche se ancora "a distanza di 70 anni siamo qui ad attendere". Ai Paesi nati dalle ceneri dell'ex Jugoslavia, si chiede invece "l'apertura degli archivi" per "ricostruire in maniera critica e responsabile la storia del confine italiano orientale nel Novecento". Oggi "si stanno commemorando questi avvenimenti non senza polemiche che fanno male", ha sottolineato il presidente del Consiglio del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin. Sul Giorno del ricordo, ha avvertito Zanin, "ancora ci sono tentativi maldestri e molte volte strumentali di sminuire quella sofferenza. Questi tentativi vanno denunciati. Non bisogna abbassare la guardia". "Per anni si è cercato di inabissare la verità storica", ha sottolineato a sua volta l'eurodeputato azzurro Salvatore Cicu. "L'unica cosa che però deve essere chiusa - ha aggiunto - è la ferita di un passato e di quei tragici avvenimenti i cui effetti non si sono ancora esauriti".
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