BRUXELLES - La Commissione Ue accende un faro su quei 'programmi di cittadinanza o soggiorno' per investitori, ovvero gli schemi che alcuni Paesi come Malta, Cipro e Bulgaria applicano per attirare nuovi residenti extra Ue, e soprattutto il loro indotto, dando loro in cambio la cittadinanza europea a condizioni meno stringenti di una naturalizzazione. Per Bruxelles ci sono dei rischi, e vanno monitorati. Il primo problema è la sicurezza: le verifiche sui richiedenti non sono sufficientemente rigorose e i sistemi d'informazione centralizzati dell'Ue, come il sistema d'informazione Schengen (SIS), non sono utilizzati sistematicamente, come è invece previsto. C'è poi il rischio riciclaggio di denaro, e quindi servono migliori controlli.
Stesso discorso per l'evasione fiscale, per evitare che singole persone non approfittino di questi programmi per beneficiare di norme fiscali vantaggiose. Infine, la Commissione vuole maggiore trasparenza su come sono gestiti i programmi, incluso il numero di domande ricevute, accolte o respinte e l'origine dei richiedenti. Per questo Bruxelles istituirà un gruppo di esperti degli Stati membri che cercherà di capire come ridurre i rischi.