BRUXELLES - È entrato oggi in vigore lo strumento contro la coercizione economica (Aci) adottato dall'Ue in via definitiva a ottobre per "difendere meglio i suoi interessi e quelli dei suoi Stati membri sulla scena mondiale" in risposta alla "pressione economica deliberata" da parte delle potenze straniere come la Cina. Lo riferisce la Commissione europea in una nota.
Lo strumento è stato concepito come deterrente contro i ricatti economici e mette a disposizione dei Ventisette una serie di strumenti per reagire in modo calibrato alle misure commerciali imposte dai Paesi extra-Ue a scopi politici, come nel caso dei boicottaggi. L'Ue, evidenzia Bruxelles, potrà contare su "un'ampia gamma di possibili contromisure" contro la coercizione: l'imposizione di dazi, restrizioni al commercio dei servizi e agli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale, nonché restrizioni all'accesso agli investimenti diretti esteri e agli appalti pubblici.
Nei casi in cui venga accertata la coercizione da parte di una potenza straniera, la Commissione ha sei mesi di tempo per predisporre la contromisura più adeguata in linea con il diritto internazionale e in ultima istanza, aggiornando regolarmente l'Eurocamera e i governi nazionali.