BRUXELLES - Il Partito Socialista spagnolo ha raggiunto l'accordo con la formazione secessionista catalanista Junts per Catalunya per ottenerne il decisivo appoggio esterno a un nuovo governo di Pedro Sanchez. A questo punto manca solo l'intesa con i nazionalisti baschi del Pnv. Una delle principali condizioni dell'intesa è l'impegno a promuovere la legge sull'amnistia a favore degli indipendentisti catalani con cause giudiziarie aperte. A questo punto il leader socialista potrebbe ottenere la fiducia del Parlamento già la settimana prossima.
L' accordo tra Il Psoe e Junts arriva in un clima di fortissima tensione politica e di scontri di piazza. Nei giorni scorsi migliaia di persone si sono date appuntamento sotto la sede nazionale del Partito socialista operaio spagnolo di Madrid per contestare l'amnistia. Alcuni di loro hanno tentato persino di arrivare nei pressi del Congresso. Proteste animate soprattutto da gruppuscoli neofascisti che, tra saluti romani e lanci di bengala, hanno provocato violenti scontri, decine di feriti tra le forze dell'ordine e molti arresti.
Anche l'opposizione di centrodestra è sul piede di guerra: seppure con toni diversi sia Vox, sia il Partito popolare, sono pronti a fare di tutto per evitare la nascita di questo nuovo esecutivo. Ambedue accusano Sanchez di volere un "golpe" contro la Costituzione, ai danni dell'unità della Spagna. Già domenica prossima il partito popolare ha annunciato manifestazioni in tutti le città iberiche.
"Tra noi e Junts ci sono profonde differenze ma insieme siamo riusciti a trovare un punto d'accordo che garantirà un governo progressista in grado di rispondere alle esigenze espresse dai cittadini con il voto: oggi si apre una nuova tappa storica per la Spagna, le basi per un governo di legislatura", ha affermato in una conferenza stampa a Bruxelles il segretario dell'organizzazione del Psoe e numero tre del partito, Santos Cerdán, protagonista dei negoziati con il partito indipendentista catalano Junts. "Non è solo un accordo politico ma un accordo di legislatura, che vale per quattro anni", ha sottolineato Cerdan.
Per la Commissione europea, ha detto un portavoce "la Catalogna resta un affare interno della Spagna, confermiamo che ieri il commissario per la Giustizia Didier Reynders ha inviato una lettera al governo spagnolo, nella quale ha chiesto informazioni sulla questione dell'amnistia". "Nella sua risposta il governo ha spiegato di essere aperto a collaborare con l'Ue e di spiegare all'esecutivo europeo i dettagli di una eventuale legge sull'amnistia se questa sarà sul tavolo", ha aggiunto nel corso del briefing con la stampa. La lettera, è stato precisato, "è stata inviata in quanto caldeggiata da un elevato numero di cittadini e stakeholder preoccupati" per gli sviluppi di una legge sull'amnistia.
"Oggi Junts e il Psoe hanno firmato un accordo in cui si accettano le condizioni per avviare un negoziato politico nei termini da noi richiesti e per risolvere il conflitto storico tra Spagna e Catalogna", ha sottolineato il leader di Junts, il partito indipendentista catalano, Carles Puigdemont, commentando a Bruxelles l'accordo di governo raggiunto con Il Psoe. "Stiamo iniziando un percorso incerto e difficile, lo sappiamo: oggi non abbiamo altro da festeggiare se non l'avvio di un processo di negoziazione", ha detto ai giornalisti. Puidgemont ha chiarito che l'intesa "non è la soluzione a tutto, e c'è sfiducia". "Ci separano ancora enormi distanze, ma stiamo entrando in una fase inedita, senza precedenti ed è un modo con cui si restituisce la politica a ciò che appartiene alla politica, perché senza il rispetto e l'avanzamento dei patti non ci sarà accordo di legislatura", ha ammesso.
Il leader del partito popolare spagnolo, Alberto Nunez Fijòo, lo ha definito "un accordo della vergogna che mette in crisi l'uguaglianza degli spagnoli davanti alla legge e che aggrava i problemi rafforzando l'indipendentismo e indebolendo il sistema delle autonomie".
"È un attacco alla democrazia spagnola senza precedenti: il golpismo di altre occasioni sfidava i primi ministri, ora viene dal primo ministro", ha detto accusando i socialisti di aver sotterrato la "natura costituzionale" dello Stato. "Sanchez, pur di andare al governo, ha ceduto totalmente al ricatto degli indipendentisti, un ricatto che pagheremo tutti, e ha concesso un'amnistia che mette in crisi la separazione dei poteri e umilia il potere giudiziario", ha aggiunto. Poi la promessa: "lotteremo con tutti i mezzi, in parlamento come nelle piazze, in modo fermo ma sereno, per dare voce alla maggioranze degli spagnoli, ma anche alla maggioranza dei socialisti e dei catalani che sappiamo essere contrari a questo accordo".
Per la settima serata consecutiva circa 4mila madrileni stanno manifestando presso la sede della sede nazionale del Psoe, molti di loro con la faccia coperta. Gli slogan sono più o meno sempre gli stessi: al re si dice "Filippo massone, difendi la nazione". A Sanchez: "non è un presidente è un delinquente". E agli agenti si grida "questa polizia sta con l'amnistia". Alcuni sui social fanno notare che alla protesta contro il presunto golpe c'è chi sta urlando lo slogan "alzamiento nacional", auspicando di fatto la riedizione del colpo di stato guidato da Franco nel luglio del 1936.