BRUXELLES - Le pratiche di esternalizzazione della gestione della migrazione sono "politiche inefficaci e disumane" che hanno "sprecato miliardi di dollari dei contribuenti" e sono ormai "un approccio screditato e in gran parte abbandonato". Lo ha sottolineato l'attrice australiana e ambasciatrice di buona volontà per l'Unhcr, Cate Blanchett parlando all'Eurocamera. "Mi chiedo se coloro che ora mettono in dubbio la Convenzione sul diritto d'asilo abbiano mai incontrato un rifugiato o sono stati costretti ad affrontare il costo umano di politiche dannose come l'esternalizzazione", ha accusato l'attrice parlando all'Assemblea.
"Come australiana, posso dirvi che abbiamo imparato a nostre spese il devastante tormento fisico e mentale che i rifugiati hanno subito mentre erano rinchiusi in mare aperto. I danni psicologici subiti da coloro che li sorvegliavano. I miliardi di dollari di denaro dei contribuenti sprecati per un approccio ormai screditato e in gran parte abbandonato. E, mi permetto di dire, la vergogna e il rimpianto che molti di noi provano per queste politiche inefficaci e disumane", ha sottolineato l'ambasciatrice di Buona volontà per l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati.
"Non nego che la situazione sia complessa. Ma questa è l'Unione Europea, e affrontare le sfide di sfollamento forzato e dei movimenti misti richiede unità, cooperazione internazionale, risorse e un lavoro paziente e compassionevole per affrontare le molteplici e sovrapposte ragioni per cui le persone si spostano", ha rimarcato l'attrice australiana.
"Il mio appello a questo Parlamento è quindi triplice: In primo luogo, l'Ue si concentri sulla loro protezione e non sul rafforzamento delle frontiere; in secondo luogo, in qualità di rappresentanti dei cittadini europei, vi prego di ricordare ai vostri elettori che i Paesi a basso e medio reddito ospitano la stragrande maggioranza - quasi il 90% - di tutti gli sfollati forzati. Portate loro questo messaggio; in terzo luogo, continuate a sviluppare l'orgogliosa tradizione di sostegno umanitario dell'Ue, garantendo al contempo che i finanziamenti per lo sviluppo vadano ai Paesi ospitanti e ai rifugiati".
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