STRASBURGO - "Non c'è nessuna alternativa a collaborare con i nostri i vicini, il memorandum con la Tunisia è la via giusta e un esempio per gli accordi in futuro". Lo ha detto il capogruppo dei popolari al Parlamento europeo, Manfred Weber, in conferenza stampa a Strasburgo, rispondendo a una domanda sulla decisione del presidente tunisino Saied di respingere i fondi Ue annunciati con l'accordo firmato a luglio con la Commissione europea. "Parliamo di Tunisia solo quando si parla di migranti, ma dobbiamo ascoltare le loro preoccupazioni, sul loro sviluppo economico; se ci sono problemi sull'attuazione" dell'accordo, "bisogna trovare una soluzione, io resto in supporto", ha sottolineato Weber.
"Per ora solo leader come Meloni e Rutte hanno mostrato sostegno al memorandum Ue-Tunisia", ha poi continuato. "Io chiedo da settimane che anche leader come Macron e Scholz si impegnino su questo tema, Scholz dovrebbe andare in Tunisia", ha detto riferendosi al cancelliere tedesco.
Una portavoce della Commissione europea interpellata dall'ANSA sullo stop annunciato lunedì 2 ottobre dal presidente tunisino Kais Saied ai fondi europei, ha informato di essere "in contatto con le autorità tunisine per l'attuazione del Memorandum d'intesa". Saied ha affermato di non voler accettare "lné a carità e né l'elemosina" poiché la proposta di erogazione dei fondi contraddice il memorandum d'intesa firmato a Tunisi nello spirito che ha prevalso alla conferenza di Roma dello scorso luglio".
"L'Ue è molto coerente e sempre impegnata a promuovere sempre i diritti umani", che si tratti di "nuove tecnologie" o di "accordi con i Paesi partner, che includono sempre disposizioni sui diritti umani nella fase di negoziazione come in quella di applicazione", ha detto la vicepresidente della Commissione europea, Vera Jourová, in conferenza stampa al Parlamento europeo a Strasburgo, rispondendo a una domanda sull'intesa tra l'Ue e la Tunisia. "Stiamo lavorando all'implementazione del memorandum", ha aggiunto la portavoce dell'esecutivo Ue, Arianna Podestà.
Aspra la reazione dei socialisti. "Non abbiamo bisogno di patti con i dittatori, come quello tentato dalla Commissione Ue in Tunisia, il patto non ha risolto nulla, gli arrivi sono aumentati e ora Saied rifiuta la carità dell'Ue", ha affermato il vicepresidente del gruppo dei Socialisti e democratici, Perdo Marques, durante una conferenza stampa a margine della plenaria dell'Eurocamera a Strasburgo.
"Speriamo che l'Italia non si metta di nuovo di traverso e blocchi l'accordo sulla riforma del Patto Ue per la migrazione", ha poi proseguito. "Spero che Meloni capisca che la sua retorica populista non aiuta una risposta europea: sarà interessante capire se da parte del ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ci sarà una versione negoziatrice e aperta all'accordo, o un approccio volto allo stop all'accordo", ha aggiunto Marques.
I socialisti hanno chiarito la loro posizione sulla retorica nazionalista e filorussa di Robert Fico, l'ex primo ministro slovacco che ha vinto le elezioni legislative domenica 1 ottobre. "Se questo approccio si trasformerà in azione di governo, allora sarà avviata una procedure di sanzioni verso" il suo partito "Smer, che può includere l'espulsione", ha detto Marques. "Ciò che accadrà dipenderà molto anche dalla coalizione di governo e se ci sarà supporto da parte l'estrema destra, quella è per noi è una linea rossa", ha assicurato.
Provocatorio il capogruppo dei popolari Weber. "Sono stato attaccato perché Berlusconi ha ricevuto delle bottiglie di vodka da Putin quando già non era più al governo e oggi abbiamo un socialista che potrebbe andare al governo della Slovacchia e che è apertamente pro Putin e nessuno dice nulla? I socialisti devono chiarire la loro posizione su Fico, è sorprendente che abbiano perso la loro voce proprio ora", ha affermato Weber ai giornalisti.
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