BRUXELLES - Le piante modificate geneticamente con due nuove tecniche, che presentano mutazioni semplici, cioè simili a quelle che possono essere ottenute con l'incrocio tradizionale o possono accadere in natura, saranno soggette a un iter di autorizzazione veloce, senza le regole di tracciabilità ed etichettatura degli Ogm. Lo propone la Commissione europea presentata nell'ambito del pacchetto sull'uso sostenibile delle risorse naturali. Le piante prodotte con le stesse tecniche ma con modifiche più complesse, invece, continueranno a essere equiparate agli Ogm.
Le nuove tecniche genomiche oggetto della deroga sono la cisgenesi e la mutagenesi mirata, che la Commissione considera strumenti per la sostenibilità, in quanto consentono in tempi relativamente brevi di sviluppare varietà vegetali migliorate, resistenti agli eventi meteo estremi e ai parassiti, con rese più elevate e che richiedono minor uso di fertilizzanti e pesticidi. La proposta della Commissione prevede anche di istituire un registro delle varietà prodotte con queste tecniche, per garantire la trasparenza, e un solido monitoraggio degli impatti economici, ambientali e sociali dei prodotti derivati.
Tra le proposte pubblicate anche l'introduzione di requisiti di sostenibilità più stringenti per la commercializzazione dei semi per favorire "l'agrobiodiversità". La Commissione europea ha presentato un regolamento sui semi e il materiale da riproduzione delle piante, che mira ad aggiornare una legislazione che risale agli anni sessanta. Bruxelles vuole diversificare l'offerta sul mercato con regole semplificate di commercializzazione per le varietà tradizionali e deroghe specifiche per le reti di conservazione delle sementi e per lo scambio in natura di sementi tra agricoltori, anche quelli che svolgono l'attività nel tempo libero o per diletto. Previste anche misure per sostenere la produzione bio mediante norme adattate per le varietà biologiche e per sostenere l'adattamento climatico nella silvicoltura, con criteri che consentono l'adattamento alle condizioni climatiche ed ecologiche locali e per proteggere le risorse genetiche forestali in via di estinzione.
Secondo le statistiche aggiornate pubblicate oggi insieme al pacchetto sull'uso sostenibile delle risorse naturali, nel 2021 i Paesi Ue hanno ridotto l'uso di pesticidi chimici del 33% rispetto al periodo 2015-2017, con la diminuzione di quelli più pericolosi del 21%. I dati fanno parte della risposta di Bruxelles alla richiesta del Consiglio Ue di ulteriori informazioni sull'impatto delle norme sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, che fissa un obiettivo di riduzione obbligatoria dei pesticidi del 50% entro il 2030.
Il regolamento è bloccato da mesi in attesa della pubblicazione della risposta. Secondo la Commissione europea gli obiettivi di riduzione dei pesticidi della proposta di regolamento "non minacciano la sicurezza alimentare". "Sebbene l'Ue stia avanzando nella giusta direzione in vista del raggiungimento degli obiettivi di riduzione del 50% dell'uso e del rischio di pesticidi chimici e più pericolosi entro il 2030, resta ancora molto lavoro da fare", si legge nella nota di accompagnamento del documento, che ribadisce la fattibilità della bozza legislativa dell'esecutivo comunitario.
La direttiva dei suoli propone anche una definizione comune di "salute del suolo" e un quadro di monitoraggio armonizzato tra i diversi Stati, ma evita di stabilire target per la bonifica dei terreni contaminati. Si tratta della prima legislazione specifica sui suoli a livello Ue, dopo un analogo tentativo fallito nei primi anni 2000.
Secondo la proposta, i Paesi membri dovranno definire pratiche positive e negative per la gestione del suolo, ma non ci sarà alcun obbligo diretto per gli agricoltori o i proprietari dei terreni. I Ventisette dovranno inoltre identificare, indagare, valutare e bonificare i siti contaminati e definire misure di rigenerazione per riportare i suoli degradati a uno stato sano, sulla base delle valutazioni nazionali.
Con la proposta sulle nuove tecniche genomiche e sui suoli "ora abbiamo tutti gli elementi per avvicinare le parti" sulla proposta di regolamento per il ripristino della natura. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans rispondendo ai giornalisti sul pacchetto per l'uso sostenibile delle risorse naturali. La proposta sul ripristino della natura è a forte rischio bocciatura nell'Europarlamento, a causa dell'opposizione del Gruppo Ppe, che aveva chiesto di ritirare la proposta per rifarla da capo e ripresentarla insieme alla legislazione sulle nuove tecniche genomiche. Rispondendo alle domande se il dibattito nell'Europarlamento abbia contribuito ad abbassare il livello di ambizione delle pacchetto presentato oggi, Timmermans ha tagliato corto: "no".
La lotta al cambiamento climatico "trascende le differenze politiche tra Ue e Cina" anche in vista della Cop 28 a Dubai dove "Usa, Ue e Cina possono fare molto per il risultato finale", ha detto Timmermans interpellato sulla sua recente visita nella Repubblica popolare cinese. "I grandi emettitori possono fare molto per dimostrare che sono seri quando parlano di sforzi per ridurre le emissioni e di finanziamenti per il clima ai Paesi poveri, il colore delle relazioni" tra Bruxelles e Pechino "è verde", ha sottolineato Timmermans.